Slow Aquileia

Slow Aquileia

Un documento preliminare per una città che si confronta con l’emergenza Covid-19

Vicesindaco e Assessore Urbanistica e LL.PP., Comune di Aquileia

 

Premesse

L’Amministrazione comunale di Aquileia avanza, sotto forma di documento, ipotesi di aggiornamento e adeguamento della visione[1] al futuro della città prodotta a inizio mandato al contesto pandemico e post-pandemico, sul breve e sul lungo periodo.

Al centro del documento la pandemia di Covid-19 che a livello nazionale e internazionale sta producendo effetti nefasti a livello sociale ed economico. Le scelte di governo sono orientate al lock down che interessa la vita quotidiana dei cittadini, i rapporti interpersonali, le attività produttive e culturali al fine di ridurre la curva dei contagi e limitare il più possibile il numero dei decessi. Una ritrazione generalizzata agli ambienti domestici che hanno interessato la maggior parte della popolazione.

Le fasi introdotte dal Governo al fine di raggiungere questo obiettivo (definito con diversi DPCM[2]), così come le ordinanze regionali, disegnano un’azione aggressiva di contenimento iniziale, con una quarantena di confinamento e chiusure delle attività economico-produttive e dei servizi, e una successiva e graduale uscita dal “lock down”, ad oggi non ancora del tutto chiara, influenzata dalle analisi del Comitato di esperti in materia economica e sociale istituita dal Governo[3].

La quarantena, nella sua fase attuale di contenimento, ha prodotto modifiche profonde e notevoli nel modo di vivere le città, nel loro aspetto e nelle attività culturali e produttive che animano il tessuto socio-economico delle città. I contesti urbani sono cambiati radicalmente e la ripresa di una vita prima consolidata non sarà così immediata.

È imperativo che anche le amministrazioni locali producano e propongano visioni strategiche e graduali tali da adattarsi alla variabile corona virus e ai relativi DPCM adottati. Seguendo gli esempi pubblicizzati in questi giorni dalle grandi città italiane ed europee anche Aquileia intende proporre un adeguamento della visione futura della città che sia adattativo alle nuove esigenze e restrizioni con l’individuazione di linee guide e strumenti a sostegno. Aquileia è infatti un piccolo centro ma rappresenta altresì un centro culturale importante e di richiamo non solo locale ma anche nazionale ed internazionale. L’Amministrazione deve proporre strumenti adattivi per far fronte alle diverse fasi di uscita dalla pandemia.

Il Contesto

Aquileia è un piccolo centro di poco più tremila abitanti in provincia di Udine e rientra in quei ‘territori intermedi’ posti tra città e metropoli. Nel loro insieme, questi luoghi formano un’altra Italia, fino a poco tempo fa ai margini delle dinamiche socio-economiche dominanti e dei più rilevanti processi di trasformazione urbanistica, ma oggi al centro di programmi di riqualificazione e di agende urbane dove vengono riconosciuti come territori da riabitare e da cui ripartire per il rilancio del nostro Paese.

Aquileia è patrimonio Unesco dal 1998. È interessante qui osservare le diverse istanze e criticità espresse da chi vive il piccolo centro e da chi invece vive il patrimonio culturale. Su quest’ultimo si è investito e si continua a investire intensamente[4] ma le ricadute sulla comunità possono sembrare limitate. I cittadini palesano infatti necessità quotidiane lontane dagli importanti investimenti di recupero e valorizzazione dei siti archeologici destinate prevalentemente ai turisti. L’Amministrazione è chiamata invece a conciliare entrambe le domande[5]. Si è venuto a creare nel tempo un paradossale allontanamento dei cittadini dal patrimonio e da quanto esso rappresenta. Interessante in tal senso quanto emerso nel laboratorio di “educazione urbana”[6], che ha coinvolto gli studenti delle classi seconde della Scuola Media Statale locale. Infatti, nelle “mappe mentali” prodotte dai soggetti coinvolti non vi è cenno alcuno della Basilica Paleocristiana, degli scavi archeologici o del Museo (fig.2). Anche le mappe dei desiderata mostrano una città con spazi e oggetti, quali centri commerciali e parchi divertimenti, che si sostituiscono agli scavi archeologici.

La struttura insediativa del capoluogo[7] è strettamente connessa ai segni della città romana e patriarchina. L’asse stradale nord-sud, via G. Augusta e via Beligna (S.S. n. 352), ricalca il vecchio cardo romano e divide in due la città: il complesso della Basilica e delle domus romane ad est e racchiuso entro l’alveo del fiume Natissa; i quartieri abitati ad ovest. I più remoti interventi residenziali si collocano a ridosso del medievale centro abitato di via Roma, lungo la via Dante. Ulteriori addizioni si sviluppano a sud del fiume a partire dagli anni ’60 a seguito dell’approvazione di un importante e lungimirante intervento pubblico[8]. Qui, il tessuto urbano si caratterizza per un impianto morfologico regolare: l’asse principale, corso Gramsci, è ritmicamente intervallato da ampi corridoi verdi che corrono trasversalmente allo stesso. Il quartiere è contraddistinto da un’ampia fascia centrale di attività commerciali, spazi aperti, servizi e attrezzature collettive (scuole, asili, giardini pubblici, piazze, palestre, ecc…) che contribuiscono a garantire un’ampia permeabilità e accessibilità dello spazio.

Aquileia appartiene ad un sistema insediativo ampio e paesaggisticamente articolato nel quale i territori di bonifica della bassa pianura friulana si confrontano con la laguna di Grado e Marano, due ambiti paesaggistici in cui è evidente il delicato equilibro fra terra e acqua. Gli eventi straordinari dell’8 e 13 novembre scorso[9], con l’esondazione puntuale del fiume Natissa, pongono nuovamente l’attenzione sulla fragilità ambientale e idrogeologica di questi territori e sulla necessità di interventi immediati e non più prorogabili[10].

Il documento

Aquileia è quindi una città: a bassa densità abitativa con una presenza di ampie zone verdi alternate ai quartieri residenziali e anche gli scavi archeologici contribuiscono alla frammentazione dell’urbanizzato; ad alta vocazione slow nella pratica quotidiana, nelle attività produttive e nell’esperienza turistica del patrimonio e del territorio.

Il termine slow, ovvero “lento”, in questo contesto può diventare leitmotiv per: confermare e stressare la proposta di una città lenta, non nell’apprendimento o nella comprensione delle criticità contestuali, ma proprio nel modo di viverla e percepirla (confermando gli obiettivi della visione già adottata); promuovere una strategia lenta di adattamento, ovvero pesata, e attenta alle fasi dettate degli organi preposti e delle esigenze locali.

La visione al futuro della città precedentemente adottata deve quindi puntare ad affrontare le diverse fasi di contrasto al virus che non sono ad ora date sapersi. Partendo da alcune linee di indirizzo proposte dal Sindaco e dalla Giunta comunale si renderà necessario garantire risposte immediate e legate per esempio al distanziamento fisico, e non sociale (che devono essere piuttosto garantiti), e alla ripresa lenta delle attività produttive e culturali e dei servizi.

Il documento di indirizzo politico tematico[11] è sottoposto al Gruppo di Lavoro Tecnico Scientifico[12] che formalizzerà modifiche ed integrazioni alle proposte con strumenti (progettualità, regolamenti, disposizioni, ecc..) atti a dare forme alle ipotesi suggerite con attuazione immediata, sul breve periodo, e che potranno permanere successivamente con le dovute e necessarie modifiche adeguandosi ai possibili provvedimenti presi a livello regionale e nazionale atti a superare la morsa pandemica del Covid-19  (p.e. urbanistica tattica che può risolvere il problema immediato ma che potrà successivamente permanere con un progetto di suolo).

Le ipotesi avanzate dall’Amministrazione vengono raccolte in “macro temi”[13] che necessariamente sono e saranno fra loro interconnessi al fine di dare risposte inter-settoriali e inter-scalari utili ad affrontare i possibili scenari futuri e dare forma ad una visione aggiornata per la città di Aquileia.

Per quanto attiene l’assessorato di competenza si è ragionato attorno alla necessità immediata di formulare nuove proposte spaziali capaci di rispondere alle future fasi di uscita dalla pandemia: libera circolazione e riaperture dei servizi e delle attività commerciali, produttive e culturali. Nel rispetto delle distanze fisiche disposte dalla legge, che non devono però rappresentare un impedimento alla socializzazione e alla vita in città, si vuole ragionare attorno ad una idea di città lenta, pedonale e ciclabile, limitando l’uso dell’automobile[14], escludendo sovrapposizioni di flussi e congestionamenti, distribuendo e diffondendo la socializzazione e le attività sull’intero territorio comunale. Si tratta di una nuova prossimità (non permanente) che informa strade, piazze, parcheggi, accessi, ecc. adoperando pratiche urbanistiche ormai consolidate.

Si propone in particolare di:

  • adattare le infrastrutture, gli spazi urbani e i servizi e proporre un uso diverso dello spazio pubblico considerando il distanziamento come fisico e non sociale;
  • adeguare gli spazi pedonali e prevedere pedonalizzazioni diffuse degli spazi di prossimità nei quartieri per permettere il gioco e l’attività fisica di bambini e adulti (introducendo “zone 30″ o woonerf ove possibile);
  • sviluppare su ampia scala i progetti di tactical urbanism a favore delle pedonalizzazioni, in particolare in prossimità di scuole, servizi, parcheggi, musei e scavi archeologici per agevolare l’accessibilità sicura;
  • favorire l’uso dello spazio pubblico all’aperto per eventi culturali (p.e. nelle p.zza s. Giovanni e F.lli Cervi) e sportivi (entro le innumerevoli aree verdi a standard, in particolare le aree del PEEP);
  • incrementare gli spazi delle attività commerciali a margine della carreggiata e in sostituzione di posti auto;
  • realizzare una rete di percorsi pedonali e ciclabili in sola segnaletica orizzontale, con costi e tempi di realizzazione ridotti (partendo ad esempio da Corso Gramsci e via G. Augusta);
  • promuovere l’utilizzo di strade inter-poderali per lo spostamento fra i centri e i borghi limitando o evitando quindi la sovrapposizione dei flussi su arterie stradali di sezione ridotta (p.e. via Gemina);
  • individuare percorsi turistici sicuri, di prossimità, e a senso unico che partendo dai parcheggi turistici si dipartono verso i siti archeologici e il complesso basilicale;
  • prevedere sistemi di segnaletica orizzontale per garantire le distanze di sicurezza e di conteggio per evidenziare e comunicare il livello di saturazione degli esercizi commerciali degli uffici comunali, dei siti archeologici, del complesso basilicale e dei parcheggi;
  • ipotizzare l’istituzione di sensi unici di marcia, al fine di limitare il congestionamento del traffico sulle grandi arterie soprattutto in prossimità di percorsi pedonali e ciclabili;

 

Note

[1] La strategia di azione è riportata nelle Linee Programmatiche di Governo 2019-2024 (DCC n.11 del 10 giugno 2019), nel Documento Unico di Programmazione 2020-2022 (approvato con DG n.105 del 29 luglio 2019 e con DCC n.65 del 30 dicembre 2019) e nello “Schema di assetto”, realizzato dalla Giunta comunale e pubblicizzato dal 5 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 nella mostra “Una visione per Aquileia” presso il museo civico Meizlik (Fig.1).

[2] 1 marzo 2020; 4 marzo 2020; 8 marzo 2020; 9 marzo 2020; 11 marzo 2020; 22 marzo 2020; 1 aprile 2020; 10 aprile 2020; 26 aprile 2020.

[3] Istituito con DPCM 10 aprile 2020, presieduto dal Vittorio Colao e composto da Elisabetta Camussi, Roberto Cingolani, Riccardo Cristadoro, Giuseppe Falco, Franco Focareta, Enrico Giovannini, Giovanni Gorno Tempini, Giampiero Griffo, Filomena Maggino, Mariana Mazzucato, Enrico Moretti, Riccardo Ranalli, Marino Regini, Raffaella Sadun, Stefano Simontacchi e Fabrizio Starace.

[4] Gli enti preposti alla valorizzazione del patrimonio sono: la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio del FVG, la Fondazione Aquileia, il Museo archeologico nazionale di Aquileia e la Società per la Conservazione della Basilica. A titolo di esempio si riportano qui le azioni di valorizzazione più importanti: P.zza Capitolo; aula meridionale del battistero – Südhalle; campanile; stalla Violin; fondo Cossar; nuovo allestimento Museo Archeologico Nazionale.

[5] La manutenzione degli spazi pubblici del sito Unesco è competenza comunale così come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti prodotti in loco e la gestione dei servizi igienici.

[6] Ideato e condotto dal 4-6 novembre 2019 da Viviana Andriola e Serena Muccitelli.

[7] Oltre al capoluogo Aquileia sul territorio comunale insistono due piccoli borghi con caratteristiche architettoniche e paesaggistiche di pregio: Monastero e Belvedere.

[8] Un PEEP costituito da lotti di proprietà pubblica destinati prevalentemente a villini dati in diritto di superficie per 99 anni ai privati. Il piano attuativo di iniziativa pubblica si è esaurito negli anni ’90 a questo si è giustapposto quindi un piano residenziale di edilizia privata (c.d. zona Tullia).

[9] Un evento eccezionale causato dall’azione combinata delle forti e concentrate precipitazioni, alte maree e vento di scirocco e dall’incapacità dell’ormai vetusta rete fognaria di ricevere in alcuni tratti le acque reflue per consegnarle alle idrovore. Nel passato più recente si sono registrati altri eventi simili ad Aquileia che ricordano il particolare rapporto che questi territori hanno con l’acqua, si riportano qui a titolo d’esempio: nel 1817 dopo due anni di straripamenti del fiume Isonzo si perdono i raccolti facilitando la diffusione di malaria e pellagra; nel 1821 una straordinaria mareggiata abbatte gli argini allagando villaggi e campagne il mare raggiungeva piazza Capitolo; nel 1966 una mareggiata fortissima unita a grande piovosità rompe gli argini a mare e gran parte della località 4^ partita viene allagata senza però fare vittime.

[10] “A rischio inondazione i siti UNESCO del Mediterraneo”, su LeScienze.it, 16 ottobre 2018 [bit.ly/2X7UvEF].

[11] Riportato nelle sue linee essenziali in questo contributo è consultabile nella sua versione integrale all’indirizzo: https://bit.ly/2Wkzy7w

[12] Docenti e ricercatori delle Università convenzionate con il Comune di Aquileia: Università degli Studi di Trieste (referente Prof.ssa Sara Basso), Università IUAV di Venezia (referente Prof. Mauro Marzo) e Università degli Studi di Udine (referente Prof. Giovanni La Varra).

[13] Pubblica Amministrazione; Urbanistica e LL.PP.; Ambiente; Welfare e Istruzione; Attività Produttive; Cultura e Turismo.

[14] Recenti studi hanno dimostrato come il virus sia trasportato dal particolato atmosferico: https://bit.ly/2zLeZJF

 

Didascalie Immagini

Copertina: Comune di Aquileia, logo del progetto e documento, 2020.

Fig. 1: Comune di Aquileia, Schema di Assetto, 2019.

Fig.2: S. Muccitelli e V. Andriola, uno degli esiti del laboratorio di educazione urbana, 2019.