Salute in Umbria. Come livelli diversi di governo affrontano rischi e minacce nella municipalità di Terni: la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile

Giorgia Panico Università del Salento, Vasiliki Fragkaki Università degli Studi Roma Tre, Alessia Virga UCIHEAM Bari, Davide E. Iannace CNR-IRCRES & Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Giovanni Maccarrone Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Abstract
L’articolo esamina il modo in cui la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS) dell’Umbria incorpora la salute come elemento trasversale e integrato nelle politiche di sviluppo sostenibile. Partendo dall’evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile e dalla sua istituzionalizzazione attraverso l’Agenda 2030, la ricerca analizza come la SRSvS considera il nesso tra ambiente, benessere e salute umana, valutando le azioni strategiche intraprese per migliorare la qualità della vita e l’ambiente in relazione alla salute. L’analisi identifica quattro principali ambiti d’intervento: tutela e promozione della salute; riduzione delle disuguaglianze sanitarie; educazione alla salute; tutela ambientale e riduzione dell’inquinamento. La ricerca si inserisce in un progetto più ampio volto a supportare la trasformazione socioeconomica del comune di Terni, analizzando come livelli diversi di governo affrontano la questione della salute in un’ottica di sviluppo sostenibile
Abstract (ENG)
The article examines the role of Umbria’s Regional Strategy for Sustainable Development (SRSvS) in integrating health as a cross-cutting dimension within sustainable development policies. Beginning with the evolution of the concept of sustainable development and its institutionalization through the 2030 Agenda, the study explores how the SRSvS considers the interconnections between the environment, well-being, and human health. It assesses the strategic actions implemented to enhance both environmental conditions and health-related quality of life. The analysis focuses on four key areas of intervention: health protection and promotion; the reduction of health inequalities; health education; environmental protection, including pollution reduction. This research forms part of a broader project aimed at supporting the socioeconomic transformation of the municipality of Terni, examining how different levels of governance address health challenges within the broader framework of sustainable development.
Sostenibilità e sviluppo sostenibile: evoluzioni concettuali e implicazioni per la salute
Il concetto di sviluppo sostenibile è entrato definitivamente in uso nei circoli accademici e politici con la pubblicazione, avvenuta nel 1987, del Rapporto della World Commission on Environment and Development (WCED), che ne rappresentano il primo manifesto e l’atto di nascita. Il documento, anche noto come Our Common Future, evidenzia il legame intrinseco e inscindibile tra ambiente e sviluppo e fornisce una definizione di sviluppo sostenibile focalizzata sul soddisfacimento dei bisogni umani (WCED, 1987).
La letteratura sullo sviluppo sostenibile è ampia e diversificata. Il concetto, sorto in seguito alla crescente consapevolezza dei limiti ecologici globali e alla necessità di mediare tra obiettivi politici divergenti – in questo caso la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico – ha subito un’evoluzione significativa nel corso dei decenni, attraverso un continuo processo di rielaborazione e ampliamento teorico e di adattamento pratico (Du Pisani, 2006; Seefried, 2015). La polisemia e ambiguità dei concetti di “sostenibilità” e “sviluppo sostenibile” – spesso usati erroneamente in modo intercambiabile – sono tuttora oggetto di un vivace dibattito. Se da un lato, la loro capacità di rispondere a differenti appelli normativi ne ha favorito una rapida adozione nel discorso politico, elevandoli a riferimenti centrali nelle strategie e politiche globali, dall’altro, questa stessa flessibilità concettuale, che si manifesta in definizioni spesso non operative, eterogenee e talvolta contraddittorie, ha ostacolato la costruzione di un quadro teorico coerente sul piano scientifico (Salas‐Zapata & Ortiz‐Muñoz, 2018; Ruggerio, 2021). La letteratura più critica evidenzia l’anarchia semantica del termine “sviluppo sostenibile” (Bottazzi, 2007), le contraddizioni concettuali presenti al suo interno e la tensione fra i suoi due elementi costitutivi, “sviluppo” e “sostenibilità”, che assieme rappresenterebbero un ossimoro [1] (Redclift, 1987, 2005). Altri studi sostengono, invece, l’impossibilità di definire in modo puntuale il concetto di sostenibilità, che quindi andrebbe inteso come un discorso attivato in specifici contesti comunicativi e da legare alle dinamiche di potere sociale e politico che ne plasmano la struttura e la diffusione (Seefried, 2015). L’approccio antropologico, infine, problematizza l’idea di una definizione universale di sostenibilità, evidenziando come i concetti ad essa associati varino in funzione del contesto culturale, disciplinare e nazionale. Questa visione, dunque, enfatizza la natura contestuale del concetto – che dipende da chi definisce ciò che è “sostenibile” – nonché le molteplici implicazioni politiche ed etiche che ne derivano (Yamada et al., 2022).
L’istituzionalizzazione dello sviluppo sostenibile a livello internazionale è avvenuta attraverso una serie di tappe politiche. Tra queste, si annovera il Summit della Terra di Rio de Janeiro del 1992, conclusosi con l’adozione dell’Agenda 21. Nel 2000, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs) hanno consolidato l’impegno internazionale, ponendo particolare enfasi sulla riduzione della povertà, il miglioramento delle condizioni sanitarie e l’accesso all’istruzione. Nel 2015, l’adozione dell’Agenda 2030 da parte delle Nazioni Unite ha segnato un momento decisivo nell’affermazione di un modello di sviluppo sostenibile. I suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), articolati in 169 target specifici, hanno arricchito ulteriormente il concetto di sviluppo sostenibile, declinato secondo le sue tre dimensioni (economica, sociale e ambientale), affrontando in maniera sinergica questioni globali interconnesse, quali il cambiamento climatico, le disuguaglianze socioeconomiche e la promozione di modelli di crescita inclusivi.
Diversi SDGs evidenziano il legame tra ambiente, sviluppo, inquinamento e salute, sottolineando come la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo, insieme a una gestione sostenibile delle risorse, influiscano direttamente sul benessere umano e sulla prevenzione delle malattie legate a fattori ambientali (Nazioni Unite, 2015) [2]. La presente ricerca si pone l’obiettivo di analizzare il ruolo della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS) dell’Umbria nella promozione della salute come elemento trasversale alle politiche di sviluppo sostenibile. In particolare, lo studio si propone di esaminare come la SRSvS integri il nesso ambiente-benessere sociale-salute umana, valutando le azioni strategiche adottate per migliorare la qualità della vita, ridurre le disuguaglianze sanitarie e mitigare gli impatti ambientali sulla salute. La ricerca si inserisce in un progetto più ampio volto a comprendere e supportare la trasformazione socioeconomica del comune di Terni, attualmente impegnato nella ristrutturazione della propria base produttiva. L’obiettivo ultimo sarà quello di analizzare i contenuti della SRSvS dell’Umbria in relazione al Documento Unico di Programmazione (DUP) del comune di Terni, valutando come livelli diversi di governo affrontano la questione della salute in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Governance e attuazione degli SDGs: il ruolo dei territori nell’Agenda 2030 in Italia
L’Agenda 2030 fa esplicito riferimento ai territori come fulcro per l’attuazione dei suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), declinati a livello nazionale e regionale attraverso le Strategie Nazionali e Regionali per lo Sviluppo Sostenibile (rispettivamente SNSvS e SRSvS) (Fenton & Gustafsson, 2017; Perry et al., 2021).
I governi locali sono riconosciuti come attori privilegiati per il successo dell’attuazione degli SDGs sia dall’Agenda 2030 che dal Codice Ambientale Italiano L. 152/2006: (Krantz & Gustafsson, 2021; Perry et al., 2021; Breuer et al., 2023). Nel contesto italiano, inoltre, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha realizzato negli anni numerose attività finalizzate a declinare a livello territoriale gli obiettivi strategici della SNSvS e a consolidare meccanismi di governance multilivello attraverso strumenti di supporto dedicati a Regioni, Province autonome e Città metropolitane, di tipo finanziario e tecnico.
La Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile dell’Umbria
La SRSvS dell’Umbria non è un piano o un documento settoriale ma un dispositivo per la governance, sviluppato in coerenza con la SNSvS, le Missioni del DEFR 2023-2025, le politiche di coesione comunitarie per il periodo 2021-2027 e il Green Deal Europeo. Il quadro entro cui si inserisce si completa ulteriormente con il Piano Nazionale per la Transizione Ecologica (2022) e il nuovo Complemento dello Sviluppo Rurale per l’Umbria 2023-2027 (CSR), ossia il documento di programmazione regionale dello sviluppo rurale.
Il percorso di territorializzazione della SNSvS in Umbria si è snodato attraverso le seguenti tappe: 1) l’accordo del 2018 per lo sviluppo della Strategia Regionale (decreto del Ministero dell’Ambiente n. 586 del 12/12/2018); 2) l’accordo del 2020 per la sua localizzazione territoriale (decreto del MASE n. 105 del 21/05/2020); 3) la definizione nel 2021 del Documento preliminare, poi allineato al DEFR 2023-2025 e ai programmi FESR e FSE 2021-2027.
Assumendo gli obiettivi della SNSvS, il Documento umbro ha individuato, sulla base di un primo confronto con le strutture regionali, una serie di azioni strategiche e ha selezionato, inoltre, quattro delle cinque “P” della SNSvS (Persone, Pianeta, Prosperità, Pace), assumendo la “P” di Partnership come indirizzo generale operativo. Il primo passo per il confronto con le istituzioni locali è stato la definizione di Zone territoriali omogenee per un processo di ascolto e co-programmazione con Comuni, cittadini e stakeholders, con l’obiettivo di identificare le priorità delle singole “P” per area geografica.
Una delle priorità della Strategia è la salute, concetto multidimensionale definito dall’OMS, nel preambolo della sua Costituzione, come «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo l’assenza di malattie o infermità» (WHO, 1946). La parola “salute” compare 60 volte nella SRSvS dell’Umbria. Sebbene la questione sia principalmente associata al pilastro “Persone”, essa si lega strettamente anche agli altri due, “Pianeta” e “Prosperità”, configurandosi come un tema trasversale e cruciale nelle misure di sviluppo sostenibile che riconoscono il nesso ambiente-benessere sociale-salute umana. Nel diagramma che segue (fig. 1) sono riportate le occorrenze della parola con riferimento specifico alle diverse aree e ai diversi obiettivi a cui è associata.

Fig.1_Autori, Ambiti della SRSvS dell’Umbria che affrontano il tema della salute, 2024
Di seguito si propone un raggruppamento delle azioni menzionate in precedenza, al fine di evidenziare le affinità tra di esse.
● Tutela e promozione della salute e del benessere: il documento promuove iniziative volte a migliorare la salute e il benessere delle persone, incentivando stili di vita sani attraverso la progettazione urbana, la mobilità sostenibile e l’accesso a spazi verdi; si mira a creare condizioni ambientali che riducano i rischi per la salute e promuovano il benessere psico-fisico delle persone.
● Interventi sanitari e riduzione delle disuguaglianze: il documento propone misure per ridurre le disparità nell’accesso alle cure e alle risorse sanitarie tra i territori; tra le azioni rientra la predisposizione delle strutture sanitarie per garantire una risposta efficace alle crisi ambientali (ad esempio, ondate di calore, alluvioni e altre emergenze legate al cambiamento climatico), con particolare attenzione alla tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione, come anziani e bambini.
● Educazione alla salute: il documento prevede programmi di educazione e sensibilizzazione pubblica per aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’importanza della sostenibilità ambientale e dei suoi effetti sulla salute; incentiva programmi educativi rivolti alle scuole e alle comunità per promuovere abitudini alimentari sane e uno stile di vita attivo; incentiva lo sviluppo e l’integrazione di conoscenze e competenze tra gli operatori sanitari e ambientali attraverso la condivisione di studi e ricerche.
● Tutela dell’ambiente e riduzione dell’inquinamento: il documento propone di aumentare le infrastrutture verdi (ad esempio, alberature e parchi urbani) per mitigare l’effetto isola di calore urbano, ridurre lo stress termico e migliorare la qualità dell’aria; promuove la produzione di energia pulita; incentiva iniziative per monitorare e migliorare la qualità dell’aria, ridurre le polveri sottili e altre forme di inquinamento atmosferico, che possono causare problemi respiratori e cardiovascolari.
● Economia e impresa: la strategia promuove l’impresa 4.0, privilegiando investimenti funzionali alla trasformazione tecnologica, verde e digitale, dei processi produttivi e considerando l’impatto sulla salute. L’obiettivo è il raggiungimento di un equilibrio fra sviluppo economico, sostenibilità ambientale e qualità di vita.
Conclusione
L’analisi della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile dell’Umbria evidenzia la centralità del nesso ambiente-benessere sociale-salute umana nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. L’approccio integrato adottato nella SRSvS, in coerenza con l’Agenda 2030 e le politiche nazionali, sottolinea l’importanza di azioni locali mirate che, valorizzando una governance multilivello e il coinvolgimento attivo delle comunità territoriali, possano contribuire a mitigare gli impatti ambientali sulla salute, ridurre le disuguaglianze sanitarie e promuovere un modello di sviluppo sostenibile ed equo. La sfida futura consisterà nel consolidare tali sinergie, garantendo che gli interventi pianificati siano efficacemente implementati e capaci di generare risultati misurabili nel lungo periodo.
Bibliografia
Bottazzi G. 2007, Sviluppo e sottosviluppo: Idee, teorie, speranze e delusioni,Aisara, Universitas.
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[1] L’accostamento dei due concetti suggerisce la ricerca di una sintesi tra obiettivi contrastanti e difficilmente conciliabili: una crescita economica illimitata in un sistema di risorse finite.
[2] L’SDG 3 – Salute e benessere, l’SDG 6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari, l’SDG 11 – Città e comunità sostenibili, l’SDG 12 – Consumo e produzione responsabili, l’SDG 13 – Azione per il clima, l’SDG 14 – Vita sott’acqua e l’SDG 15 – Vita sulla Terra.