Agenda 2030, Urbanisti come “agenti di cambiamento”

Flaminia Vannini
Assegnista di ricerca Università degli Studi Roma Tre – Dipartimento Architettura – Gruppo di ricerca Labic – Laboratorio di Città Corviale.

Abstract

Sostenibilità in Azione è il seminario che si è tenuto il 15 novembre a Roma, presso il Dipartimento di Architettura di Roma Tre, nel quale si sono confrontati punti di vista differenti sullo stato di attuazione degli SDGs e che ha visto coinvolti soggetti del mondo della ricerca, delle istituzioni (italiane ed europee), delle associazioni e delle imprese. L’obiettivo dell’articolo è dare conto di quanto emerso nel seminario tenendo sullo sfondo due eventi recenti, la sessione straordinaria dell’ONU di settembre e l’High Level Political Forum di luglio. Dal resoconto di questi eventi emerge la preoccupazione condivisa da molti dei ritardi nella realizzazione dei 17 obiettivi che compongono l’Agenda 2030. Nell’attuale contingenza i Paesi sono stati gravemente colpiti da molteplici crisi interconnesse che hanno ulteriormente amplificato le sfide urgenti. L’azione locale è emersa come forza fondamentale per raggiungere gli obiettivi, rafforzando gli sforzi collettivi nonostante le battute d’arresto. Amministrazioni e Istituzioni locali in questo processo svolgono un ruolo cruciale, con l’integrazione degli Obiettivi nelle politiche e nei programmi locali realizzando una governance multilivello e un approccio integrato in rete con imprese, società civile, comitati scientifici, giovani ricercatori e realtà attive sul territorio. Questo approccio consente di pensare e realizzare un sistema aperto che interagisce dinamicamente con un contesto che cambia e aiuta a conseguire più efficacemente alcuni fra gli obiettivi tipici degli interventi di rigenerazione urbana che diviene soggetto attivo di cambiamento e mediatrice di relazioni.

Introduzione

Nel corso di questo ultimo anno attraverso i due appuntamenti dell’Hight Level Forum di luglio e la sessione straordinaria al Vertice dell’Assemblea dell’Onu dedicata all’Agenda 2030[1] del 18 e 19 settembre u.s., è stato tratteggiato lo stato di attuazione degli SDGs. Questi due eventi internazionali fungono da cornice per attuare ragionamenti e iniziative che mirano a tener conto del percorso fin qui portato avanti, guardando alle sfide politiche globali più impegnative.

Nella natura integrata, indivisibile e interconnessa degli obiettivi, il Forum[2] ha condotto un esame approfondito dei seguenti cinque punti: garantire la disponibilità e una gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti (obiettivo 6); garantire l’accesso a un’energia economica, sostenibile per tutti (obiettivo 7); costruire infrastrutture resilienti, promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l’innovazione (obiettivo 9); rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili (Obiettivo 11); rafforzare i mezzi di attuazione e rivitalizzare il Partenariato Globale per lo Sviluppo Sostenibile (Obiettivo 17). 38 paesi hanno presentato revisioni volontarie: l’Unione Europea per la prima volta, 36 paesi per la seconda volta e un paese per la terza volta (United Nation, 12 agosto 2023).

Il Forum costituisce la conclusione del secondo ciclo quadriennale di revisione dell’Agenda 2030 e l’esito è stato portato al vertice convocato all’Assemblea generale di settembre 2023 u.s. I Paesi hanno qui rappresentato gli impegni nazionali per la trasformazione degli SDG che comprendono le transizioni prioritarie e le aree di investimento, la definizione di parametri nazionali per la riduzione della povertà e delle disuguaglianze entro il 2027 e il rafforzamento dei quadri istituzionali per sostenere i progressi degli SDG (United Nation, 18 settembre 2023).

Nel dare peso al percorso fin qui intrapreso, si vuole guardare avanti e favorire la messa in campo di azioni per la costituzione di partenariati e azioni multilaterali con il settore privato, osservare con lungimiranza quali possono essere le strategie di accelerazione dei processi individuando interventi prioritari sugli SDGs con maggiori interconnessioni che possano permettere un effetto a cascata.

In questa visione si è mosso il Seminario “Sostenibilità in Azione” nel proporre un’occasione di confronto su scala nazionale e internazionale relativamente al rapporto tra il processo di attuazione delle Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e gli interventi alla scala urbana condotti in differenti Paesi dell’Unione europea nell’ambito del Next Generation EU.

Sono state oggetto di approfondimento e discussione iniziative, progetti e ricerche che guardano la partecipazione e la sostenibilità, i territori e le città nella sostenibilità e la finanza sostenibile ad impatto, attraverso tre workshop tematici che hanno provato a rispondere ad alcune prime domande emerse durante i due incontri dell’ONU.

 

Il Quadro di riferimento dell’undicesima Sessione dell’HLPF[3]

La sessione[4] si è concentrata sul tema “Accelerating the recovery from the coronavirus disease (COVID-19) and the full implementation of the 2030 Agenda for Sustainable Development at all levels”.

Nell’attuale contingenza i Paesi sono stati gravemente colpiti da molteplici crisi interconnesse che hanno ulteriormente amplificato le sfide urgenti, comprese quelle relative alla povertà, all’insicurezza alimentare, all’inflazione, al debito e all’energia.

Gli SDGs non sono solo un elenco di obiettivi”, ha dichiarato il Segretario Generale ONU António Gutteres nella seduta di apertura del Dibattito Generale, “Portano con sé le speranze, i sogni, i diritti e le aspettative delle persone di tutto il mondo “.

È pertanto necessario rafforzare gli sforzi collettivi per attuare l’Agenda 2030 perché nonostante le battute d’arresto nel raggiungerli, questi rimangono essenziali. Infatti, l’analisi scientifica dimostra che gli obiettivi sono ancora raggiungibili se i Paesi collaborano in modo efficiente riconoscendo l’’Agenda 2030 come “road map comune” per lo sviluppo sostenibile.

Ad oggi, a metà percorso, vi è la preoccupazione condivisa che il mondo sia fuori strada dal realizzare l’Agenda 2030. Il termine “policrisi”[5] fa riferimento alla natura interconnessa delle attuali sfide globali e indica che anche le risorse globali devono essere interconnesse. Per questo nel dibattito è stata più volte sottolineata la necessità di partenariati multilaterali e il coordinamento globale anche con la società civile, il settore privato e i governi locali, come strumento fondamentale per l’attuazione dell’Agenda 2030. Tali partenariati devono essere rafforzati attraverso uno spirito di fiducia e di buona fede; a livello nazionale, gli approcci inclusivi sono fattori chiave per far progredire i progressi e diffondere i benefici dei risultati a tutti.

È stata poi sottolineata l’importanza di dare priorità ad ambienti favorevoli alla scienza, alla tecnologia e all’innovazione così da colmare il divario digitale ed avere un maggiore scambio di conoscenze e una collaborazione internazionale per lo sviluppo di capacità. La partecipazione attiva dei giovani, delle donne e delle popolazioni più vulnerabili alla scienza, alla tecnologia e all’innovazione è fondamentale per lo sviluppo sostenibile.

Un aspetto fondamentale che è stato portato, per la prima volta, all’interno del dibattito del HLPF è l’azione locale come forza fondamentale per raggiungere gli obiettivi e non lasciare indietro nessuno. I leader e gli attori locali devono essere responsabilizzati e dotati di risorse per localizzare gli obiettivi e contribuire alla realizzazione dell’Agenda 2030.

Alle parole di Gutierrez hanno fatto eco quelle dei presidenti e dei capi di stato, fra queste:

Dennis Francis, Presidente della 78a sessione dell’Assemblea Generale, raccomanda un ambizioso scenario di “spinta verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile” per migliorare la protezione sociale, rafforzare la governance, promuovere un’economia verde e affrontare la rivoluzione digitale, migliorando al tempo stesso l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria di qualità nel rispetto dei diritti umani.

Paula Narvaez[6] ha sottolineato come il Consiglio Economico e Sociale, con i suoi vari segmenti, forum e organi sussidiari, è pronto a sostenere gli sforzi dei paesi per trasformare gli impegni in azione per realizzare l’Agenda 2030. Il Consiglio mirerà a fornire orientamenti politici trasformativi, rafforzando allo stesso tempo il suo ruolo di piattaforma di responsabilità per un sostegno migliore e più rapido al sistema di sviluppo delle Nazioni Unite. L’impegno di tutti sarà quello di portare avanti un dialogo costruttivo per conseguire fini ambiziosi, che comprendano la partecipazione e il punto di vista della società civile e di altre parti interessate. Il multilateralismo sarà la linea guida per un patto di partenariato in tempi di crisi.

Leo Varadkar[7] nel suo intervento ha sottolineato che gli sforzi sono stati spinti “fuori strada” da una pandemia globale, da conflitti, dalle crisi alimentari ed energetiche e dall’aumento del ritmo e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi, ma ha anche evidenziato che i progressi nel percorso degli SDGs si erano fermati prima della pandemia, e che i ritardi non devono trasformarsi in battute d’arresto.

L’Assemblea generale al Vertice delle Nazioni Unite (Voluntary National Reviews)

Nel vertice del 18-19 settembre[8], si è ribadito l’impegno verso l’Agenda 2030 e l’auspicio che vengano intraprese azioni specifiche per il raggiungimento degli obiettivi. È emersa chiaramente la necessità di un’azione efficace, accelerata e trasformativa a tutti i livelli mediante politiche innovative e cambiamenti sistemici necessari per sostenere il raggiungimento degli SDGs e contrastare le attuali tendenze globali promuovendo la collaborazione multi-stakeholder.

Il vertice ha rappresentato un’opportunità per aumentare ambizione, volontà politica e coalizioni sociali più ampie fondate su solide conoscenze scientifiche, per catalizzare e bloccare lo slancio per il cambiamento massimizzando i benefici e mitigando l’impatto dei costi delle trasformazioni necessarie per realizzare l’Agenda 2030.

Tra i fattori che sono a sostegno dell’attuazione dell’Agenda 2030 ci sono le risorse, le riforme e la centralità delle persone, la scienza e l’innovazione sono mezzi efficaci per attuare misure a sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile[9]. Il fattore abilitante di maggiore peso è l’azione di rete che la UE realizza in alcuni programmi di riduzione della povertà dove l’approccio collaborativo a rete è fondamentale[10].

È stata proposta l’adozione di “Piani nazionali” basati, appunto, sul sostegno della comunità scientifica, valorizzando conoscenze locali e attraverso un coinvolgimento della società civile: è essenziale comprendere in che modo trovano margine di sviluppo concreto. L’individuazione delle cinque “leve strategiche” per la trasformazione sono relative agli ambiti di governance, economia e finanza, scienza e tecnologia, azione individuale e collettiva e sviluppo delle capacità.

Nel portare avanti un’ideale di trasformazione dal basso che implichi quindi un’azione a livello locale, i partecipanti hanno sottolineato la necessità di democratizzare e localizzare gli approcci per raggiungere l’Agenda 2030, anche coinvolgendo i giovani e promuovendo la solidarietà intergenerazionale. Il coinvolgimento dei più vulnerabili, ad esempio attraverso la collaborazione con le associazioni degli abitanti, per facilitare il cambiamento e influenzare le politiche e i programmi per azioni mirate e la definizione del bilancio al fine di affrontare le sfide per il raggiungimento dell’obiettivo 11.

La governance multilivello, il rafforzamento degli ecosistemi di dati, il coinvolgimento di più parti interessate, lo sviluppo delle capacità degli stakeholder locali e livelli più elevati di finanziamento, sono stati considerati fondamentali per una territorializzazione efficace. È stata inoltre sottolineata l’importanza di un approccio che coinvolga l’intero governo, la società civile, il mondo accademico, le imprese e i giovani. I partecipanti hanno discusso dell’urgenza di tradurre gli impegni in azioni e hanno esortato le autorità locali ad allineare i loro piani con gli Obiettivi, per il raggiungimento dei quali hanno inoltre esortato gli Stati a responsabilizzare le autorità locali a mobilitare risorse rivolte a sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso l’uso di un linguaggio accessibile.

Sullo sfondo dei due eventi si inserisce l’attività che il Dipartimento sta svolgendo per conto del MASE che ha come scopo la diffusione della cultura della sostenibilità.

Il progetto[11] vede come capofila il Dipartimento di Architettura di Roma Tre in collaborazione con docenti e ricercatori di Sapienza Università di Roma, l’università Bicocca di Milano e finanziato dal Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE). Mira a creare una rete di ricercatori dell’alta formazione, in settori disciplinari differenti, come un’occasione di confronto e scambio su scala nazionale e internazionale relativamente al rapporto tra il processo di attuazione della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile e gli interventi attuati nell’ambito del Next Generation EU. Le domande poste guardano ai processi e alle azioni con un punto di vista attento alla partecipazione e la sostenibilità, ai territori e le città nella sostenibilità e alla finanza sostenibile ad impatto, come leve di azioni della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile che trovano spazio nelle azioni locali.

 

Riflessioni

La comunità accademica e scientifica ha un ruolo fondamentale nella progettazione di politiche che puntano all’implementazione e diffusione degli studi sugli SDGs, che ad oggi rappresentano il “10% della ricerca mondiale” (A. Zisa, Asvis, 2023). Amministrazioni e Istituzioni locali in questo processo svolgono un ruolo cruciale, ed è per questo che è importante integrare gli Obiettivi nelle politiche e nei programmi locali. Co-costruire una governance multilivello e un approccio integrato a livello nazionale e locale in una rete con imprese, società civile, comitati scientifici, giovani ricercatori e realtà attive sul territorio.

In un contesto normativo multilivello (internazionale, nazionale e locale) che si è andato consolidando e che fa da substrato alle azioni, agli interventi di cambiamento della Città, la sfida è nella messa in campo di strumenti e pratiche di pianificazione urbanistica innovativi, in grado di avviare processi partecipativi per la formulazione di piani di sviluppo locale, arrivando ad attivare strumenti normativi partecipativi anche su grande scala.

Ecco che l’urbanista diviene soggetto attivo di cambiamento (agente) e riesce a combinare l’azione programmatica e progettuale con l’altra caratteristica che assume valenza: l’essere “Mediatore di relazioni”.

Una “relazione mediata” che con un linguaggio accessibile, guidi una discussione aperta a tutti, amministrazioni, istituzioni e cittadini che si ritrovano per discutere sul “come” portare avanti l’opera e sul reale impatto che la stessa può avere.

Con il progetto “Sostenibilità in Azione: Change Makers e Cultura per la Sostenibilità” si vuole realizzare una rete di giovani ricercatori che crei una comunità di “simili” ma aperta ai complementari che diviene uno dei fattori critici di successo del processo di cambiamento e innovazione dell’azione degli urbanisti.

Questo approccio consente di pensare e realizzare un Sistema Aperto che interagisce dinamicamente con un contesto che cambia e aiuta a conseguire più efficacemente alcuni fra gli obiettivi tipici degli interventi di rigenerazione urbana. Una modalità flessibile e adattiva, che consente di migliorare l’efficacia e l’azione di presidio territoriale e [volta ad identificare] di identificare i fattori critici di successo, le aree critiche e le priorità di intervento (Normogenesi Urbane, F. Vannini, 2023).

Un processo a “ciclo chiuso” che possa esser gestito con passi/step o come dire con “approssimazioni successive” che consentano una pianificazione e realizzazione esecutiva in una visione che comprende la “transitorietà” e la “permanenza” del contesto urbano (ibidem).

 

Fig. 1  processo a “Ciclo Chiuso” (Normogenesi Urbane, F.Vannini, 2023)

 

Conclusioni

Come emerso nella sessione straordinaria all’ONU tra i fattori che sono a sostegno dell’attuazione dell’Agenda 2030 ci sono le risorse, le riforme e la centralità delle persone, la scienza e l’innovazione sono mezzi efficaci per attuare misure a sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Da questi incontri, la territorializzazione emerge come uno dei principali cardini dell’attuazione dell’Agenda 2030, soprattutto in Italia. Nella traduzione alla scala locale, delle politiche di tipo generale, le istituzioni locali svolgono un ruolo cruciale. Il processo di territorializzazione richiede di agire dentro e attraverso l’organizzazione e di interagire con altri soggetti attivi nel medesimo spazio d’azione. L’attenzione prevalente verso la territorializzazione è rivolta verso gli aspetti di carattere operativo: definizione di indicatori, diagnosi e monitoraggio; predisposizione di piani, programmi e agende; sostegno alla capacitazione interna e alla cooperazione interistituzionale; divulgazione, disseminazione e coinvolgimento diretto dei diversi segmenti della società civile. È in questa prospettiva che si inquadra il lavoro di promozione e sostegno condotto al livello centrale del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e la rete dei giovani ricercatori, promossa dal Dipartimento di Architettura di Roma Tre, per favorire la declinazione territoriale della SNSvS.

Il fine ultimo consiste nel portare all’interno del sistema amministrativo – centrale e locale – temi, problemi e soluzioni legate alla ricerca più avanzata in tema di Sviluppo Sostenibile, che possano contribuire alla costruzione e alla definizione di una cultura della sostenibilità in modo scientifico, continuativo e permanente.

Con il progetto “Sostenibilità in Azione: Change Makers e Cultura per la Sostenibilità”, le domande di azione attengono alla sfera locale e territoriale sollecitate nelle sessioni dell’HLPF, per generare coerenza tra le strategie nazionali e quelle ideate su scala urbana.  Il primo passo mira ad osservare le variabili di contesto su scala urbana che possono spiegare similitudine e differenze tra i piani e programmi orientati alla sostenibilità; il secondo nel lavorare sulle strutture e sui processi di Urban governance della sostenibilità che vengono introdotti nelle diverse città, per indagare quali processi di partecipazione e territorializzazione si accompagnano con la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile.

 

 

Riferimenti

  1. Day One, General Debate – General Assembly, 78th session, 18 Sep 2023. United Nation, UN Web TV (https://media.un.org/en/asset/k13/k13vqn24tj)
  2. Economic and Social Council, United Nations. Distr: General 12 August 2023, E/HLPF/2023/7
  3. EU VOLUNTARY REVIEW on the Implementation of the 2030 Agenda for Sustainable Development,

May 2023. PRINTED/Volume_01 PDF/Volume_01, Catalogue number KA-08-23-056-EN-C KA-08-23-056-EN-N,

ISBN 978-92-68-04214-4 978-92-68-04213-7, DOI 10.2792/937597 10.2792/343208

(https://commission.europa.eu/system/files/2023-06/SDG-Report-WEB.pdf)

  1. High-Level Political Forum on Sustainable Development, 10-19 July, New York. (https://hlpf.un.org/2023)
  2. Vannini F., (2023), Normogenesi Urbane. Una tesi al contrario, Università degli Studi Roma Tre – Dipartimento di Architettura, Roma 2 marzo 2023.
  3. Voluntary Italy, National Review, 2022. Ministero della transizione ecologica e Ministero degli Affari Esteri

e della Cooperazione Internazione.

(https://hlpf.un.org/sites/default/files/vnrs/2022/VNR%202022%20Italy%20Report.pdf)

  1. Zisa A., Verso l’SDG Summit 2023: tre scenari sul ruolo guida dell’Ue per la sostenibilità. Asvis, 3 maggio 2023. (https://asvis.it/goal6/approfondimenti/396-16861/verso-lsdg-summit-2023-tre-scenari-sul-ruolo-guida-dellue-per-la-sostenibilita)
  2. Report “Sostenibilità in Azione: Change Makers e Cultura per la Sostenibilità”. Dipartimento di Architettura Roma Tre, 15 novembre 2023.

 

Link siti web:

https://www.mase.gov.it/pagina/high-level-political-forum-delle-nazioni-unite-1019-luglio-2023

https://www.un.org/en/conferences/SDGSummit2023

https://www.esg360.it/report-analisi-e-ricerche/sustainable-development-goals-lonu-centrale-il-ruolo-della-scienza/

https://sdgs.un.org/gsdr/gsdr2023?

https://asvis.it/approfondimenti/22-16861/verso-lsdg-summit-2023-tre-scenari-sul-ruolo-guida-dellue-per-la-sostenibilita

https://hlpf.un.org/countries/european-union/voluntary-national-reviews-2023

https://www.mase.gov.it/pagina/voluntary-national-local-review

 

[1]  L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un piano d’azione delle Nazioni Unite, basata su cinque concetti chiave. Adottata all’unanimità da tutti gli Stati membri nel 2015, costituisce un invito globale per bandire la povertà dalle nostre società, per proteggere e preservare il nostro pianeta e garantire la prosperità per tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, per fungere da faro di speranza e da tabella di marcia per un’azione comune volta a creare un mercato più equo, più giusto e più sostenibile.

[2] Il Forum è costituito dai paesi rappresentati nelle Nazioni Unite ed è la principale piattaforma con ruolo di follow-up, revisione dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) a livello globale. Nel fornire raccomandazioni e pareri sulla coerenza delle politiche, elabora documenti di posizionamento in preparazione degli incontri europei e internazionali sullo sviluppo sostenibile.

[3] Foro Politico di Alto Livello sullo sviluppo sostenibile

High-Level Political Forum on Sustainable Development, 10-19 July, New York. (https://hlpf.un.org/2023)

[4] La sessione è un incontro annuale, secondo un ciclo quadriennale che si conclude con un Vertice a livello di Capi di Stato e di Governo. Rappresenta un appuntamento di verifica e monitoraggio degli impegni reciproci assunti in materia di Sviluppo Sostenibile per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030; in questo contesto basandosi sul concetto di “intero governo”, l’UE attua l’Agenda 2030 con un approccio integrato che pone gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) al centro delle sue politiche.

[5] Termine utilizzato per la prima volta nel 1999 dal filosofo Edgar Morin, ora utilizzato a causa della concatenazione di pandemia, guerra, siccità e inflazione dopo che Adam Tooze, l’ha usato per descrivere la confusa situazione dell’economia mondiale nell’articolo intitolato ‘Welcome to the world of the polycrisis’.

[6] Presidente del Consiglio Economico e Sociale

[7] Primo Ministro irlandese

[8] General Debate – General Assembly, 78th session, 18 Sep 2023. United Nation, UN Web TV

(https://media.un.org/en/asset/k13/k13vqn24tj)

[9] Nell’ambito delle politiche di coesione ci sono 99,3 mld di euro (2021-2027) dedicati al Fondo Sociale europeo (FSE+); si tratta dello sforzo più importante per l’UE nelle azioni di riduzione della povertà e nel sostenere le politiche di coesione e inclusione sociale. Il Fondo per gli aiuti europei agli indigenti (FEAD) sostiene nello specifico azioni dei paesi dell’UE volte a fornire cibo, vestiario e altri beni essenziali ai più poveri della società[9].

[10] È il caso del programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), del sostegno alla rete europea contro la povertà (EAPN), la più grande rete europea di reti nazionali, regionali e locali che coinvolgono organizzazioni non governative contro la povertà, nonché organizzazioni europee attive nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Le istituzioni europee, i governi dell’UE e la società civile sono impegnati a lavorare insieme per combattere la povertà come il problema dei senzatetto.

[11] Per una rete di giovani ricercatori sulla sostenibilità (Progetto finanziato dal MASE) “Sostenibilità in Azione: Change Makers e Cultura per la Sostenibilità” NP 46 – CUP F87G23000020001