iQuaderni #06

U3 iQuaderni #06

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gennaio-marzo 2015

a cura di
Elisabetta Capelli & Luisa Otti

A che punto è il Social Housing in Italia? L’obiettivo di questo numero de IQuaderni di Urbanistica Tre è indagare le traiettorie secondo cui questo tipo di edilizia privata sociale si è sviluppato negli ultimi anni, a partire dalla sua stessa definizione tuttora non univoca e spesso utilizzata strumentalmente dalla pubblicistica di settore per iniziative estremamente eterogenee. Il riferimento convenzionale è la nozione di “alloggio sociale” presente nel D.M. 112 del 22 aprile 20081, oppure quella del “Social Housing” formulata a livello europeo dal CECODHAS2, ma si tratta di nozioni inevitabilmente astratte, seppur con il merito di estendere il “problema casa” dalla dimensione puramente numerica ed immobiliare a quella “sociale” e di servizio. Senza dunque tracciare a priori un perimetro che ne delimitasse l’approfondimento, si è voluto anzitutto riconoscere al tema la sua polivalenza e trasversalità disciplinare. Il Social Housing chiama in causa, infatti, almeno quattro dimensioni: economico-finanziaria, urbanistica, architettonico-progettuale e sociale. E proprio perché la sua innovatività è chiamata a esprimersi nelle intersezioni tra questi differenti piani, la letteratura che se ne è occupata finora si è contraddistinta per la molteplicità dei punti di vista, comprendendo analisi degli attori coinvolti, riflessioni sulle valenze per la rigenerazione urbana dei tessuti edilizi, studi e sperimentazioni sulle tipologie e le tecniche costruttive per l’abitare contemporaneo, ragionamenti sui suoi contenuti sociali.
L’obiettivo di questo numero de iQuaderni di UrbanisticaTre si inserisce qui: giovani autori tra di loro eterogenei, perché provenienti da differenti percorsi di studio, sono stati invitati a riflettere sul tema, non limitandosi ad aderire a rappresentazioni programmatiche promettenti, ma guardando ai

margini di concreta praticabilità ed innovazione delle intersezioni disciplinari che caratterizzano il tema in oggetto.
L’invito è stato rivolgere l’attenzione al rapporto tra teoria e pratica, tra intenzioni progettuali ed effettiva realizzabilità ed efficacia. Da qui l’idea di dedicare una riflessione di carattere socio-antropologico su come si è riconfigurato il concetto di abitare alla luce dei mutamenti che hanno investito la società e il welfare, per poi ragionare su come si rapportano a questo scenario tanto la progettazione urbana e architettonica quanto l’implementazione del contenuto sociale delle iniziative, per esempio in riferimento al concetto di integrazione tra intervento sullo spazio – recupero di edifici e/o di vuoti urbani – e intervento sulla dimensione sociale dell’abitare – per esempio attraverso processi partecipativi, promozione della cittadinanza attiva ecc.

(…)  Elisabetta Capelli & Luisa Otti


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