Carlo Doglio e Bologna, dal 27 novembre la mostra
Giovedì 27 novembre 2014, alle ore 16.30, nella Sala Esposizioni di Urban Center Bologna inaugura la mostra “Carlo Doglio e Bologna negli anni del decentramento” in occasione del centenario della nascita.
Carlo Doglio, importante esponente del movimento anarchico e urbanista “sui generis”, ha contribuito a diffondere e sperimentare in Italia l’urbanistica “dal basso”, ovvero un progetto di organizzazione del territorio incentrato sui principi del decentramento e delle autonomie delle comunità insediate.
Nato a Cesena nel 1914, Doglio si trasferisce all’età di diciotto anni a Bologna, città in cui compie gli studi universitari e si laurea in Giurisprudenza nel 1936. Arrivato precocemente all’antifascismo, svolge attività clandestina contro il regime e prende parte poi alla Resistenza in Romagna e a Milano. Aderisce in quegli anni al movimento anarchico, di cui diviene negli anni del secondo dopoguerra un esponente di primo piano.
Di vasti interessi culturali, in relazione con molti noti intellettuali (tra cui Antonio Banfi, Elio Vittorini, Franco Ferrarotti, Aldo Capitini, Giancarlo De Carlo, Franco Fortini), si interessa inizialmente di cinema ma presto orienta i suoi studi verso l’urbanistica, interpretata in senso marcatamente libertario. Punti di riferimento per lui sono soprattutto Kropotkin, Geddes e Mumford. Lavora a Milano per la Mondadori e poi a Ivrea per Adriano Olivetti.
Dal 1955 al 1960 si trasferisce a Londra, dove tra l’altro collabora ai programmi della BBC e della RAI. Rientrato in Italia, trascorre alcuni anni in Sicilia collaborando con Danilo Dolci. Intraprende poi la carriera universitaria. Dopo avere insegnato nelle Università di Palermo, Napoli e Venezia, conclude la sua carriera di docente come titolare della cattedra di “Pianificazione e organizzazione territoriale” alla Facoltà di Scienze Politiche a Bologna, città in cui stabilisce definitivamente la sua residenza a partire dai primi anni Settanta. Si riavvicina in quegli anni all’anarchismo, su posizioni marcatamente nonviolente. A queste concezioni resta poi fedele fino alla morte, avvenuta a Bologna nel 1995.
L’inaugurazione della mostra è preceduta alle ore 10, nell’Auditorium Biagi di Salaborsa, dal convegno “Il piano aperto. Carlo Doglio e Bologna”, seminario di studi promosso da Stefania Proli (Dipartimento di Architettura-Università di Bologna) con il patrocinio di Dipartimento di Architettura, Comune di Bologna, Istituto Beni Culturali dell’Emilia-Romagna, Cineteca Bologna, INU-Istituto Nazionale di Urbanistica, Ordine Architetti di Bologna, e in collaborazione con Urban Center Bologna e Biblioteca Libertaria “Armando Borghi” (Blab) di Castel Bolognese.
Qui la locandina dell’evento.