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Urbanistica Tre - numero 00 - Editoriale

 

Data: 01/2013

 

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@ Simone Ombuen

Urbanistica Tre: per una rinnovata visione della città e del territorio

La riflessione da cui prende le mosse la vita di questa rivista non può non partire dalla rilevanza e dalla gravità degli  eventi che ci stanno investendo in questi anni. Essi rinviano ad una rilettura in profondità degli elementi di continuità e di innovazione nella struttura delle discipline e delle scienze chiamate a presidiare il governo di città e territorio, necessità pur ampiamente condivisa in questo periodo nella nostra comunità scientifica.

Una rilettura che, dovendo dar conto di fenomeni, epoche e paradigmi di latitudine crescente, necessita di sguardi a un cielo più ampio, nel quale trovare stelle fisse necessarie a navigare in nuovi mari.

Il disastroso impatto economico e sociale della crisi, con il blocco sostanziale dell’attività edilizia, e l’aggravarsi delle contraddizioni ambientali prodotte dall’aumento delle emissioni climalteranti e dal cambiamento climatico segnalano l’avvento di una nuova era della disciplina. Essa è oggi chiamata, da un lato, alla gestione di crescenti rischi e criticità e, dall’altro, ad un governo molto più stringente delle risorse essenziali del territorio, anzitutto di quelle energetico-ambientali e storico-culturali, ma anche degli ormai molto più magri surplus generati dalle trasformazioni insediative. Un drastico mutamento di prospettiva, che riporta il governo del territorio a collocarsi anzitutto nel campo pubblico, dato che è anzitutto a tale campo che oggi e per un futuro non breve verrà chiesto di farsi carico dei momenti coesivi e di motivazione collettiva della convivenza civile e dello sviluppo sociale ed economico, che sono alla base del comune etimo di città e di cittadinanza.

È alla comprensione dei diversi aspetti emergenti di questa nuova era che sono dedicate questa nuova rivista e  l’impegno dei docenti e degli studiosi dell’Università Roma Tre che ad essa danno vita, a partire da questo primo numero di presentazione. Una prospettiva ambiziosa, perché accetta di affrontare il reale con tutto lo spessore della complessità che porta con sé, e della scarsa intelligibilità tipica di ogni crisi di sistema, pur senza rinnegare alcune importanti acquisizioni critico-disciplinari maturate negli ultimi vent’anni.

Nel contempo anche un impegno  necessario, quasi un dovere etico, coscienti come siamo che la ripresa di un cammino civile condiviso per la vita economica e sociale del nostro Paese passa necessariamente, ed in misura ancora maggiore che in passato, dalla corretta comprensione delle identità delle nostre città e dei nostri territori e dall’accorto utilizzo delle risorse essenziali a nostra disposizione.

Si tratta di risorse sempre più connesse alla materiale disponibilità dell’ambiente e del territorio che ci ospitano; ma anche alle visioni ed intuizioni che di essi ci danno una descrizione d’insieme, ed alle regole e agli strumenti che da tali visioni traggono vita, e che di città, ambiente e territorio consentono la gestione, la valorizzazione, l’utilizzo.

Una sfida quindi, anzitutto per noi. Ed anche un invito alla platea dei nostri potenziali lettori, in primis ai molti amici che ci onorano della loro interlocuzione, che speriamo interessati a tale cimento, con l’invito a partecipare alle nostre elaborazioni aggiungendo i loro punti di vista ed il loro contributo al dibattito alla cui promozione la nostra redazione di volontari intende dare orientamento e supporto. Da qui anche il formato della rivista, gratuita e impostata sul web, ed articolata fra contributi strutturati che escono in occasione delle issues quadrimestrali e modalità più agili che vivono più dell’interazione del sito web e del suo blogging, e delle informazioni in circolazione tramite newsletter.

Con un invito alla lettura e alla partecipazione a tutti voi, ed alla comune navigazione verso orizzonti condivisi che a partire da qualche nostra idea in merito – ed i contenuti di questo numero zero ne sono una prima testimonianza – sarà importantissimo approfondire insieme al più presto, prima come cittadini che come studiosi. Consapevoli come siamo, per dirla con Seneca, che “nessun vento è buono per il marinaio che non sa dove andare”.

Roma, 18 dicembre 2012