L’area romana è un’area vasta che, parafrasando Abraham Yehoshua, non sa ancora di esserlo. O piuttosto sta iniziando a prenderne atto con la faticosa affermazione della “Città metropolitana” che si misura con l’esigenza di una governance di processo in grado di proiettare i temi della organizzazione insediativa, della mobilità e dell’ambiente in una dimensione metropolitana e regionale.
Sono in gioco le localizzazioni delle grandi attrezzature, le opzioni per gli insediamenti produttivi e la grande distribuzione, ma anche temi rilevanti per il paesaggio e per l’ambiente, dalla programmazione delle fonti rinnovabili alla mobilità di ambito, dalla implementazione della rete ecologica alla gestione del ciclo dei rifiuti, anche attraverso forme di accordi intercomunali come quelli avviati sin dagli anni Novanta dalla programmazione negoziata peraltro assai poco praticati alla nostra latitudine.
Anche per Roma Capitale si annuncia una nuova stagione amministrativa, che in discontinuità rispetto al ventennale ciclo di espansione edilizia da cui proveniamo dovrà imboccare coraggiosi itinerari di diversificazione per il rilancio delle economie locali.
Il sistema insediativo romano è in effetti gravato da una sovrabbondanza di patrimonio immobiliare mal distribuito e da gravi carenze di dotazione infrastrutturale e di servizi a persone, famiglie e aziende. E mentre i risparmi delle famiglie vengono consistentemente intaccati, gli attuali comportamenti del sistema creditizio
costituiscono un grave ostacolo al riorientamento delle risorse verso quel nuovo ciclo di investimenti che dovrebbe consentire di riposizionare il sistema romano nel nuovo scenario globale.
Un secondo fattore di discontinuità rispetto al passato è connesso alla ridefinizione in questi mesi degli assetti politici nazionali, in attesa del varo di un nuovo Governo e di un nuovo ciclo di programmazione comunitaria che il documento Barca orienta in modo significativo allo sviluppo urbano.
Occorre avviare il percorso, faticoso ma necessario ed urgente, di ricostruzione di possibili linee di lavoro per il rilancio dei programmi di rigenerazione e ricapitalizzazione degli ambienti insediativi della metropoli romana. Da tali programmi dipende la sopravvivenza dei livelli di reddito e di prestazioni, ed in fin dei conti della stessa civiltà urbana, in relazione a cui la ricca dotazione di patrimonio naturale, storico-artistico e cognitivo-relazionale ci consente di nutrire qualche ragionevole speranza, pur in un momento critico come l’attuale.
I contributi raccolti in questo primo numero di U3 iQuaderni si offrono come spunti di riflessione per agevolare la definizione di un tale percorso, affrontando temi sui quali ci ripromettiamo di tornare anche in futuro, sollecitando un dialogo a più voci sulla agenda urbana che ci attende nei prossimi anni.
Simone Ombuen & Anna Laura Palazzo