Densità e compattezza di Roma

Densità e compattezza di Roma

di Fernando Miguel García Martín

Ph.D. Student, ‘Departamento de Urbanística y Ordenación del Territorio’, ‘Universidad Politécnica de Madrid’. Researcher at ‘Departamento de Arquitectura y Tecnología de la Edificación’, ‘Universidad Politécnica de Cartagena’.

1. Introduzione

Roma è una città estesa e complessa nella quale è difficile condurre analisi comparative tra le parti che la compongono attraverso parametri comuni. Lo studio della forma urbana per mezzo della densità e della compattezza permette una classificazione rigorosa dei tipi di tessuto urbano presenti e della loro distribuzione nella città.

La densità è il parametro più comunemente utilizzato nella pianificazione per poter gestire il tipo di intorno urbano che si vuole realizzare. Inoltre nella letteratura viene utilizzato per discutere delle caratteristiche formali delle aggomerazioni urbane e delle loro trasformazioni a partire dagli inizi del XX secolo (la densità delle periferie operaie, le nuove periferie residenziali a bassa densità, la dispersione della città diffusa, etc.). Però non è sufficiente la sola densità a descrivere la forma urbana: è necessario integrarla con la compattezza del tessuto, definita come relazione tra lo spazio occupato dall’edificato e lo spazio libero.

Questi due parametri permettono di analizzare gli ambiti urbani in base alle loro caratteristiche formali, stabilendo tra di essi relazioni, che possono inoltre essere utilizzate nella pianificazione (localizzazione delle aree suscettibili a incremento di densità, conservazione di aree a bassa urbanizzazione come corridoi verdi etc.).

1. GSI (‘Ground space index’) mappa della zona di studio

 

2. Dati impiegati e metodologia

La prima parte della metodologia utilizzata in questa ricerca ha avuto come obiettivo quello di ottenere i valori della superficie occupata in pianta dall’edificato e della superficie totale costruita. Per ottenere questi valori è stata utilizzata una cartografia vettoriale sufficientemente dettagliata che includesse anche il numero di piani di ogni edificio. In questa ricerca il valore dell’altezza si è ottenuto attraverso la vettorializzazione della cartografia raster che con il titolo “Edificato dei capoluoghi di provincia” si ottiene dal Geoportale Nazionale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare attraverso il servizio Web Map Service. (http://wms.pcn.minambiente.it/ogc?map=/ms_ogc/WMS_v1.3/Vettoriali/Edifici.map).

Questa cartografia impone i limiti dell’area di studio approssimativamente fino al Grande Raccordo Anulare (GRA). Inoltre è stato necessario convertire per ogni edificio il dato relativo all’altezza in metri nel numero equivalente di piani. A causa di questa trasformazione può essere rintracciato un errore nei risultati ottenuti, che, ad ogni modo, nella maggior parte dei casi è da considerarsi accettabile per la scala di lavoro prescelta.

La seconda parte della metodologia ha avuto come obiettivo la suddivisione dell’area analizzata in settori più piccoli per poter studiare la distribuzione delle diverse forme urbane nella città di Roma. Si è deciso di impiegare la suddivisione in sezione censuarie visto che queste permettono di utilizzare i dati censuari combinandoli con parametri morfologici. Per adeguare la grandezza delle sezioni censuarie agli obiettivi di questa ricerca si sono raggruppate le unità più piccole fino a raggiungere una superficie di minimo 20.000 m2.

L’uso di software di informazione geografica (GIS) è stato fondamentale ai fini della ricerca considerando che ha permesso di maneggiare una quantità enorme di dati geografici e alfanumerici.

2. FSI (‘Floor Space Index’) mappa della zona di studio.

 

3. Dati ottenuti

Come risultato della prima parte della metodologia si sono ottenuti i valori corrispondenti all’intera area di studio, ovvero quella interna al GRA, con una superficie di 389.766.996 m2. La superficie coperta in quest’area è di 45.505.615 m2, cioè un 12,7%, mentre la superficie costruita è di 245.466.564 m2 che corrisponde ad un indice di edificabilità medio di 0,629.

La relazione tra queste due quantità è 4,96. Facendo una semplificazione possiamo quindi affermare che l’edificato di Roma ha una media di 5 piani.

Nella seconda fase della metodologia si sono calcolati i parametri di compattezza e densità dei diversi settori della città, in maniera tale da eseguirne un’analisi comparativa e una valutazione della morfologia dell’area di studio. Per lo svolgimento di questa fase della ricerca sono stati utilizzati indici e rapporti ai quali si associa una nomenclatura introdotta da Berghauser e Pont (2007) e il diagramma “Spacemate” creato dagli stessi autori. Questo diagramma permette di mettere in relazione i parametri morfologici di densità e compattezza urbana in un unico grafico che ha come assi l’indice di superficie occupata (GSI – “Ground Space Index”) e l’indice di superficie costruita (FSI – “Floor Space Index”). Inoltre si rappresentano simultaneamente nel diagramma il rapporto dello spazio libero per superficie costruita (OSR – “Open Space Ratio”) e l’altezza media costruita (L- “Level”), che sono dipendenti dagli stessi valori.

3. Diagramma ‘Spacemate’ di sezioni di censimento aggregati.

 

 

Visualizzando le 3.524 sezioni risultanti dall’aggregazione nel diagramma “Spacemate” si osserva che la maggior parte di esse, l’86,1%, ha un valore GSI minore di 0,4. Le tipologie edilizie di questo gruppo si distribuiscono tra una media di 2 piani fino a quasi 8. Tuttavia per quelle sezioni con valore GSI maggiore di 0,4 il numero medio di piani si colloca tra 5 e 9 piani, con una media, quindi, di circa 7 piani.

Si osserva inoltre in questa distribuzione che il 53,4% delle sezioni ha un valore FSI minore di 1,0 e il 78,4% di 2,0. I valori della densità aumentano al crescere dell’occupazione del suolo. Inoltre, le forme urbane con elevata occupazione di suolo permettono di raggiungere valori di densità maggiori (per esempio tra 1 e 4,8 per un GSI di 0,45).

Lo “Spacemate” raggruppa le distinte sezioni censuarie in base ai parametri morfologici mostrando le forme urbane presenti e evidenziando la frequenza con la quale esse si presentano. Per esplicitare questa classificazione il diagramma è stato suddiviso in aree secondo i valori GSI e FSI che presentano. Le partizioni delle aree a bassa densità sono state ulteriormente suddivise per intervalli più piccoli di FSI considerata la grande quantità di tipi morfologici che si concentrano in tali aree.

Dallo studio del numero di sezioni appartenenti a ciascuna di queste 55 suddivisioni si possono desumere le seguenti considerazioni:

– Si osserva che i tessuti con una compattezza minore a 1,0 comprendono il 24% dei casi e 21.047 ettari. In questa colonna troviamo quelli con densità inferiore a 0,5 nella maggior parte dei casi, e localizzati in aree periferiche dell’area di studio. Di essi, i casi che potremmo definire “non urbani” (ovvero con densità inferiore a 0,125) rappresentano il 12,5% del totale delle sezioni interne al GRA.

– Nella successiva colonna, che descrive gli ambiti con una occupazione tra 0,1 e 0,2, si concentra il 24% dei casi e 7.316 ettari. Questi si localizzano principalmente in un anello periferico più prossimo al centro rispetto i casi della colonna precedente e, occasionalmente, in aree più centrali. In questa colonna, i casi con densità FSI tra 0,25 e 1 rappresentano il 20,7%. Nei casi con densità inferiore si rintracciano usi industriali o attrezzature collocate in edifici bassi e ampie aree libere. I casi con densità superiore a 0,75 si collocano in aree residenziali costituite da blocchi aperti in linea con altezza media superiore a 5-6 piani e spazi verdi di grandi dimensioni.

– Le sezioni con GSI tra 0,2 0,3 rappresentano 4.417 ettari e un 22,4% dei casi, nella maggior parte con densità tra 0,5 e 2,0. Si tratta di casi dove, nonostante una gran quantità di spazi liberi si possono trovare tutti gli usi propri di un contesto urbanizzato. Questo è dovuto alla vicinanza di nuclei periferici densamente urbanizzati. La tipologia edilizia predominante è anche in questo caso quella del blocco in linea, di minimo 3 piani, privi però dei grandi spazi liberi rintracciati nei casi precedenti, occupati in questo caso da servizi e commercio.

– Nella successiva colonna, che descrive i tessuti con compattezza tra 0,3 e 0,4, si individua un primo decremento nel  numero dei casi (solo il 16,5% e 2.920 ettari). Nella maggior parte, il 14,5%, si ha densità tra 1,0 e 3,0: si tratta di ambiti completamente urbanizzati localizzati attorno al centro storico di Roma. La forma urbana predominante è la scacchiera, con edifici da 3 a 8 piani nei settori più densamente urbanizzati.

– Le sezioni con valore di GSI tra 0,4 e 0,6 rappresentano solo il 10,5% del totale dei casi e 1.752 ettari. Localizzate nei primi insediamenti fuori dalle mura Aureliane, sono composti da isolati di dimensione media con edifici con più di 5 piani, la maggior parte dei quali presentano la tipologia a corte, con piano terra costruito e non.

– Infine le sezioni con compattezza superiore a 0,6 e fino a 0,8 rappresentano appena l’1,76% dei casi e appena 291 ettari. Situati all’interno delle antiche mura aureliane la loro morfologia si caratterizza per isolati irregolari molto compatti e strade strette tipiche del centro storico. Dall’analisi sembra emergere che anche se in alcuni casi il numero medio dei piani va da 3 a 5, la maggior parte varia tra i 5 e i 9 piani. In realtà in questo caso i risultati non descrivono in modo del tutto esatto le tipologie edilizie presenti in questi ambiti urbani a causa dell’errore iniziale introdotto con la trasformazione dell’altezza in metri in numero di piani.

4. Superficie in ettari di ogni valore di GSI
 5. Popolazione di ogni valore di GSI

 

Utilizzando i dati delle sezioni censuarie prese in esame è stata calcolata la popolazione residente in  ciascuna delle fasce di densità. Da questa distribuzione si osserva che la fascia con valore GSI tra 0,3 e 0,4 è quella in cui si concentra la maggior parte della popolazione, 524.325 abitanti, il 26,5% del totale dell’area di studio,  nonostante rappresenti appena il 16,5% dei casi e il 7,7% della superficie. Nella fascia successiva si collocano le sezioni con GSI tra 0,2 e 0,3 con 490.260 abitanti, il 24,8% e quelle con GSI tra 0,4 e 0,6 con 448.940 abitanti, il 22,7%. Il quarto insieme di sezioni che contiene maggior popolazione sono quelle con compattezza tra 0,1 e 0,2 con 357.685 abitanti, il 18% del totale.

 

Bibliografia:

  • Berghauser Pont, M. & Haupt, P., 2007. The Spacemate: Density and the typomorphology of the urban fabric. In F. D. Van der Hoeven & H. J. Rosemann, eds. Urbanism Laboratory for Cities and Regions – Progress of Research Issues in Urbanism 2007. IOS Press, pp. 10–27.
  • Caniggia, G. & Maffei, G.L., 1979. Composizione architettonica e tipologia edilizia 10th ed. Marsilio, ed., Venecia.
  • García Martín, F.M., 2013. Una metodología para la delimitación y clasificación de las formas urbanas en las ciudades intermedias españolas durante el siglo XX basada en SIG. In DUOT. Universitat Politécnica de Catalunya & FADU. Universidad de Buenos Aires, eds. V Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona, pp. 1199–1215.
  • Muratori, S., 1960. Studi per una operante storia urbana di Venezia I Istituto Poligrafico dello Stato, ed., Roma.
  • Whitehand, J.W.R. & Carr, C.M.H., 2001. Twentieth-century suburbs : a morphological approach, Londres: Routledge.