URBAN CONNECTIVITY 2
Pianificare la connettività: un nuovo possibile approccio per la gestione del sistema urbano nazionale
Docente a contratto di SIT e Valutazione Ambientale, Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettura e Ambientale, Università degli Studi dell’Aquila
Chiavi di lettura e livelli di pianificazione della connettività
L’elevata entropia che si registra oggi nel sistema urbano italiano non è solo una questione legata alla debolezza e alla scarsa cogenza dei piani, ma rappresenta anche una ovvia conseguenza del decentramento (o devoluzione) che ha frammentato il territorio nazionale in circa 8.000 entità amministrative. La devoluzione è la chiara espressione del desiderio delle comunità locali di controllare la propria geografia ed il proprio sviluppo territoriale. Spesso questo controllo è stato esercitato in maniera del tutto autonoma ed incontrollata generando un surplus di servizi ed una ridondanza di funzioni che in molte parti d’Italia sono diventati economicamente insostenibili non solo per la recente crisi economica ma anche e soprattutto per le esigue dimensioni demografiche di molti di questi comuni. Analizzando infatti i dati dei diversi censimenti Istat si nota come in 60 anni (1951-2011) il numero dei comuni al di sotto dei 2000 abitanti sia aumentato di 400 unità arrivando oggi a rappresentare il 44% dei comuni che interessa circa un terzo dell’estensione nazionale dove vivono poco più di 3.300.000 abitanti (5,5% del totale nazionale). Dei circa 3.500 comuni 1900 hanno una popolazione al di sotto delle 1000 unità. I trend mostrano che il numero dei comuni con queste caratteristiche sono in continuo aumento: +13% nel primo caso, + 46% nel secondo rispetto ai dati rilevati nel 1951. Come detto, la pianificazione della connettività abbisogna di una lettura funzionale del territorio sulla base della quale è in grado di aumentare/generare flussi e al contempo diminuire gli attriti. Governare un territorio oggi senza la gestione e l’implementazione di questi flussi ovviamente non genera opportunità per il futuro. Il presupposto base di questo nuovo approccio è che più questi legami generati dai flussi sono fitti più le alleanze/unioni sono e saranno solide e durature. La solidità di un legame viene misurata non attraverso l’appartenenza ad una provincia o a una regione, ma attraverso mappe di connettività e volumi di flusso. Le forme di investimento sulle connessioni infatti creano legami forti che durano molto più a lungo dei mandati politici per cui contribuiscono a creare una struttura funzionale sul territorio indipendente dai vincoli imposti dai confini geografici e/o amministrativi. Si tratta di una pianificazione in grado di interpretare la pluralità dei cambiamenti in atto, di comprendere le relazioni esistenti tra i diversi sistemi insediativi come pure tra l’uomo e l’ambiente. Così come strutturata la pianificazione della connettività potrà agire su due distinti livelli: un primo livello di coordinamento regionale ed un secondo legato ai Sistemi Locali del Lavoro (SLL) censiti dall’Istat dei quali i comuni diventano enti attuativi e controllori delle decisioni prese in questi consessi. I confini dei SLL, indipendentemente dall’articolazione amministrativa del territorio, rappresentano i bacini di contenimento del mercato del lavoro ed in essi vengono esercitati la maggior parte delle relazioni sociali ed economiche (Istat, 2014). Tali sistemi sono infatti individuati analizzando i flussi di pendolarismo giornaliero legati agli spostamenti casa/lavoro e ben si legano ai concetti sin qui espressi in quanto essi rappresentano quella che è la reale struttura del territorio definita in modo funzionale attraverso le interazioni tra i cittadini. In questo sistema la Regione avrà un ruolo di regia e coordinamento con assegnazione delle risorse in funzione dei volumi di flusso generati da ciascuna SLL. La pianificazione della connettività di livello regionale possiede quindi una visione strategica complessiva ed è una forma di pianificazione cogente che si occupa di ambiente, paesaggio ed infrastrutture oltre a rappresentare una forma di coordinamento delle politiche pubbliche volte a migliorare le connessioni fisiche esistenti (infrastrutture di trasporto, di servizio, energetiche, finanziarie e commerciali, reti a banda larga) e/o crearne di nuove e garantire la connettività funzionale tra i diversi SLL. I SLL quindi divengono la geografia di riferimento per la definizione degli obiettivi di sviluppo del territorio, delle vere e proprie aziende territoriali. Rendere efficace ed efficiente l’azione di ogni singolo SLL, in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini che vi gravitano e alle continue mutazioni dettate soprattutto dalla globalizzazione, dall’economia e dall’evoluzione tecnologica, richiede una pianificazione attenta ed una corretta allocazione delle risorse che deriva, come detto, dall’analisi consapevole di valutazione dei volumi di flusso generati all’interno di ciascuna di essa oltre che dagli attriti presenti. Come descritto in precedenza circa le condizioni demografiche e territoriali dei comuni italiani, una buona parte di essi ha maggiori possibilità di continuare ad esistere solo attraverso la fusione all’interno del rispettivo SLL mantenendo, acquisendo o creando una o più precise funzioni legate alle dinamiche di sviluppo agganciate ai SLL. E’ necessaria una riorganizzazione funzionale dei luoghi urbani, che aumenti e migliori l’efficienza del patrimonio edilizio-abitativo presente (oltre 31.200.000 abitazioni il 20% delle quali però risulta inutilizzato) implementando continue azioni di rigenerazione, recupero (Cavoto e Limonta, 2013) e riqualificazione oltre che opportune azioni di de-sealing (Artmann, 2016) volte al miglioramento della qualità urbana. Si tratta di un remapping inclusivo legato all’utilizzo di infrastrutture condivise, alle reti energetiche, alla diffusione della rete a banda larga, all’accesso e alla gestione dei servizi per compiere una evoluzione dallo spazio politico a quello funzionale. La condizione di vantaggio legata alla posizione geografica non sarà garantita per sempre poiché se un luogo remoto può accedere ad una connettività potenziata il significato della sua posizione all’interno del sistema inizia a cambiare (Khanna, 2016). L’effetto incrociato dell’aumento dei prezzi in città e del desiderio di uno stile di vita più naturale potenziato dal fatto che le connessioni a banda larga raggiungeranno presto anche le aree remote porterà non poche persone a scegliere di vivere a contatto con la natura continuando a lavorare in digitale. Potranno quindi crearsi le condizioni per un nuovo equilibrio tra l’immigrazione urbana e la popolazione rurale legato fortemente alla capacità di connessione propria di ogni sistema. La rete che connette città metropolitane, aree interne e città medie è la chiave per ripensare la pianificazione territoriale. Le infrastrutture, è bene ribadirlo, giocano un ruolo di primaria importanza in quanto permettono di generare connessioni e implementare la connettività. Non solo, esse creano flussi capaci di promuovere la mobilità, di irrobustire la produttività ed innescare la trasformazione e l’inclusione sociale. La figura 2 mostra la situazione attuale circa la densità infrastrutturale e la densità di urbanizzazione nei diversi SLL.
Figura 2 – Densità infrastrutturale (a sinistra) e densità di urbanizzazione (a destra) nei SLL (Elaborazione dell’autore)
Confrontando tra loro i dati relativi all’urbanizzazione ed alle infrastrutture con quelli del reddito prodotto da ciascun SLL si nota una fortissima correlazione tra queste variabili (Fig.3).
Figura 3 – Correlazione tra superfici urbanizzate e reddito imponibile (a sinistra) e tra quest’ultimo e la lunghezza delle infrastrutture viarie (a destra) nei SLL (Elaborazione dell’autore).
Questo non vuol dire che basta semplicemente costruire nuove infrastrutture e continuare ad urbanizzare il territorio come fatto finora per riuscire a creare economia e sviluppo. Una strategia economica di successo oggi deve quindi prevedere importanti investimenti a livello di SLL, individuare i core business di ognuno, in maniera tale da garantire quindi un miglioramento delle condizioni di vita attuali attraverso l’elaborazione di pattern urbani più efficienti. Essendo questi dei sistemi aperti, per definizione essi sono soggetti ad un interscambio continuo di energia, informazioni, massa con l’ambiente circostante sono quindi in uno stato di perenne instabilità che genera trasformazioni urbane in serie. Pertanto, la persistenza del sistema creato è assicurata solo se questo è governato da flessibilità e reversibilità e se è in grado di adattarsi, evolversi ed essere reinterpretato ininterrottamente ed in tempi rapidi. Solo in questo modo le innovazioni non saranno respinte e potranno sovrapporsi al sistema originale. Infine, la parte attuativa della pianificazione della connettività deve disporre di una elevata cogenza cui corrispondono norme chiare e comprensibili. In molti casi le NTA (Norme Tecniche d’Attuazione) dei vigenti piani comunali italiani tendono oggettivamente a criptare le previsioni di espansione edilizia per evitare o minimizzare le forti opposizioni derivanti dalla acquisizione di elevati valori immobiliari che queste aree conseguono una volta individuate come trasformabili. Non solo, molto spesso si rilevano incongruenze tra denominazione di zona e attività effettivamente consentite oltre che una voluta complessità espressiva delle norme che rende spesso difficile capire quali siano le reali possibilità trasformative. La connettività esige norme non certo surrettizie o sotto forma di consiglio o auspicio bensì norme che potremmo definire quali ordini da attuare sul territorio per rendere efficaci le linee trasformative decise.
Bibliografia
Artmann M. 2016, Urban gray vs. urban green vs. soil protection—Development of a systemic solution to soil sealing management on the example of Germany. “Environmental Impact Assessment Review”. Volume 59, July 2016, Pages 27-42.
Cavoto G., Limonta G., 2013, “The demalling process in Italy.” Revista Lusófona de Arquitectura e Educação 08-09. ISSN: 1646-6756
Istat 2014, Report statistiche, consultato a Dicembre 2017, https://www.istat.it/it/archivio/142676
Khanna P. 2016, Connectography. Mapping the future of globalization. Random house New York. ISBN: 9780812988550
Immagine di copertina
Flussi di pendolarismo per motivi di lavoro verso le principali città italiane. Dati Istat elaborati dall’autore.