Smart and Sustainable Planning

Smart and Sustainable Planning

Smart and Sustainable Planning for Cities and Regions

di Anna Laura Palazzo

Professore Associato di Urbanistica, Dipartimento di architettura, Roma Tre 

 

Il conferimento del Premio Nobel per l’economia a William D. Nordhaus e Paul M. Romer, impegnati rispettivamente sulle interrelazioni tra cambiamenti climatici ed economia e su politiche di impulso all’innovazione e alla crescita a lungo termine, conferma la centralità della transizione energetica nell’agenda globale, indotta a confrontarsi con le tematiche dell’adattamento e mitigazione dei fenomeni di riscaldamento.

Il volume Smart and Sustainable Planning for Cities and Regions, curato da A. Bisello, D. Vettorato, P. Laconte e S. Costa, ospita i contributi della omonima conferenza internazionale organizzata dall’EURAC a Bolzano nel marzo 2017, e si misura con questi temi, raccogliendo una cinquantina tra testimonianze di ricerca ed esperienze di policy-makers, accademici e addetti ai lavori, spesso affiancati nella sfida interdisciplinare e interscalare della pianificazione intelligente e sostenibile.

Se, come avverte Pierre Laconte nel saggio di apertura, la dizione “smart” condensa le tecnologie dell’informazione e comunicazione, la trascrizione operativa di “sostenibilità” nella pianificazione urbana e territoriale conosce due accezioni che appaiono decisamente promettenti nei riguardi delle prestazioni attese dalle città del futuro. In base alla dimensione temporale della sostenibilità, risulta centrale la regolazione degli usi di territori e risorse coerenti con “uno sviluppo che risponda ai bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai loro”. Facendo invece riferimento alla dimensione spaziale, la riflessione verte sul superamento di una concezione di “governo del territorio” strettamente intesa come definizione ex-antedelle sue regole di assetto. Come dimostrano i saggi nel libro, che spaziano in un orizzonte estremamente vasto e variegato di questioni, i percorsi verso la sostenibilità tematizzano accanto alle tradizionali grandezze di stock anche grandezze di flusso. La politica di Zurigo richiamata da Laconte e attuata attraverso una semplice misura tariffaria che penalizzava gli automobilisti non residenti, ha sortito ad esempio l’effetto di un incremento del ricorso al trasporto pubblico su ferro e raccolto una sempre maggiore propensione a risiedere in città. Processi e soluzioni innovative in termini di planning riguardano anche l’ottimizzazione dell’uso del suolo, praticata nell’insediamento universitario di Louvain-La-Neuve sin dalla sua istituzione, negli anni settanta, con una lungimirante politica di rinuncia agli spazi veicolari riservando le risorse a una progettazione estremamente accurata della spina pedonale che attraversa la città e all’attacco a terra degli edifici pubblici, con un evidente richiamo a modelli medievali.

 

Nella polifonia dei contributi, il volume invita a riflettere sulla nozione di “planning”, intraducibile se non a costo di un forzoso riduzionismo: esso non opera soltanto allocando funzioni e definendo norme nello spazio, ma mette in gioco le diverse temporalità che scandiscono i flussi e gli usi di luoghi particolari nell’arco della giornata: pensiamo all’impiego intermittente di spazi ed edifici destinati a funzioni pubbliche, come parcheggi o scuole, o alla diffusione dei “piani degli orari”, di cui si iniziava a parlare già qualche decennio fa. Un ulteriore elemento di apertura al tempo ciclico accolto dall’organizzazione spaziale riguarda le green cities, con l’integrazione dei principi ecologici nella pianificazione urbana, tema portante anche per la mitigazione climatica laddove le città si avviano a accogliere lembi di natura variamente addomesticata, in forma di foreste e aree agricole, oltre ai parchi riservati sin dall’Ottocento al loisir dei cittadini.

Nel volume, i diversi contributi – incardinati su spazio e società – e tematizzati in sei sezioni – Smart Planning for Adaptation and Mitigation; Information and Communication Technology; the “Next Economy” for the City; Strategies and Actions for Good Governance; Urban-Rural Innovation; Rethinking Mobility – riarticolano i tradizionali piani di lettura rinnovando i paradigmi di azione, segnalando soluzioni “customized” rispetto ai problemi sollevati, che sollecitano a ragionare sui modi di una replicabilità che si stacchi dalla pedissequa imitazione. Questo insieme di riflessioni e ripensamenti delle categorie usuali delle agende della sostenibilità, portati avanti spesso con team interdisciplinari e con collaborazioni sovranazionali, è pienamente in linea con il modello partenariale tra città che si è venuto sviluppando con il Patto di Amsterdam siglato nell’aprile 2016: modello, questo, adatto per costruire e implementare nuove architetture multi-situate di decisione in tema di pianificazione, adattamento e mitigazione degli impatti climatici e ambientali, e per pervenire alla possibile definizione di quadri di senso condivisi e modi di intervenire per le scelte di fondo e per quelle legate al quotidiano con il consolidamento del patrimonio di conoscenze sulle questioni urbane e lo scambio di migliori pratiche.

 

 

Titolo: Smart and Sustainable Planning for Cities and Regions

Autore: Adriano Bisello, Daniele Vettorato, Pierre Laconte, Simona Costa

Editore: Springer

Pagine: 691

Prezzo: 228,79 €

Anno di pubblicazione: 2018