Novità in rubriche – Focus

Focus.Valeriani.CopertinaOrizzontale

Parigi vive di luoghi comuni

La sosta come strumento di appropriazione dello spazio pubblico

Andrea E. Valeriani

Molto si è dibattuto negli ultimi anni sulle tematiche (e sulle problematiche) dell’appropriazione dello spazio pubblico nella città contemporanea. In Francia, a Parigi, da quasi un secolo c’è un oggetto, ormai entrato a pieno titolo a far parte del paesaggio urbano, che riesce a restituire con disarmante semplicità ai cittadini la possibilità di usufruire e di gestire i luoghi della metropoli. Si tratta della Chaise Luxembourg, progettata nel 1923, un prodotto semplice, leggero, confortevole che ha una caratteristica fondamentale: si può muovere, l’utente la può spostare a piacimento a seconda che voglia stare all’ombra o riposarsi al sole, mettersi accanto a qualcuno o fermarsi in un angolo lontano dalla folla. Del resto a Parigi stare seduti è sempre stato un atto rivoluzionario, dalla Place du Beaubourg al cortile del Palais Royal, lo spazio pubblico è veramente tale proprio in quanto spazio di sosta, prima ancora che di passaggio.

Much has been said in recent years on the issues of the appropriation of public space in the contemporary city. In France, in Paris, from almost a century there is an object, now fully entered to make part of the urban landscape, which manages, with disarming simplicity, to give back to citizens the possibility to enjoy and to organise the places of the metropolis. It’s the Chaise Luxembourg, designed in 1923, a simple product, lightweight, comfortable and with one fundamental characteristic: it’s movable, the user can move it to his heart’s content if he wants to stay in the shade or to relax in the Sun, to stand next to someone or stopping at an angle away from the crowd. After all in Paris, sitting has always been a revolutionary act, from the Place du Beaubourg to the courtyard of the Palais Royal, public space is truly such just when is a stopping space, even before of being a junction.

 

Andrea E. Valeriani, architetto, dottorando in “Architettura. Teorie e Progetto” presso l’Università Sapienza, si occupa di progettazione architettonica e urbana, con particolare interesse per la città a-gerarchica brasiliana. Si è laureato con lode con un progetto sul Parco degli Acquedotti di Roma presso l’Università Roma TRE e ha conseguito un master INARCH di II livello in Architettura Sostenibile.  Ha lavorato in diversi studi d’architettura tra Parigi e Roma.