Lorenzo Barbieri

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    SanPaolo_TizianaFicacci copia

    Pioggia e trasporti pubblici

    Alcune considerazioni sugli effetti delle piogge intense sui trasporti pubblici romani

    Lorenzo Barbieri

     

    Non è una novità che la pioggia intensa a Roma mandi in tilt il traffico pubblico e privato, come è accaduto il 10 settembre 2017: diverse stazioni della metropolitana sono state chiuse e varie linee di superficie hanno subito ritardi, deviazioni e limitazioni. Questo contributo sottolinea la necessità di agire con interventi di manutenzione della rete e di approntare un piano per la gestione del servizio durante gli eventi meteorologici estremi. Sono brevemente indicati alcuni tipi di intervento attuabili per la capitale.

    It is a very well known fact that heavy rain disrupts Rome’s traffic, as it happened on 10th September 2017: many underground stations had to be closed, while bus and tram lines were delayed, diverted or curtailed. This paper highlights how important it is to maintain the transport network and to prepare a sound plan for managing the transport service during extreme weather events. The article briefly shows some types of action that can be implemented in the capital city.

     

    Lorenzo Barbieri si è formato in pianificazione urbanistica e territoriale a Venezia (2007), Milano (2010) e Newcastle-upon-Tyne (2011). Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Politiche territoriali e progetto locale a Roma Tre (2016), è stato assegnista di ricerca nello stesso ateneo all’interno del programma Smart Environments. I suoi interessi di ricerca riguardano le politiche dei trasporti e le questioni legate ai cambiamenti climatici.

    #10179

    Alcune considerazioni sugli effetti delle piogge intense sui trasporti pubblici romani

    di Lorenzo Barbieri

    Urbanista e Dottore di ricerca

     

    La mattina di domenica 10 settembre 2017 si è scatenato su Roma un intenso nubifragio: mediamente sono caduti sulla capitale 97 mm di pioggia[1]. Ne è risultato un grande disagio per la città e per gli spostamenti al suo interno, fortunatamente attenuato dal fatto che si trattava di un giorno festivo.

    Nell’arco della giornata sono state chiuse sette fermate della linea A ed è stato temporaneamente sospeso il servizio tra le stazioni Battistini e Flaminio. Sulla linea B i treni non hanno transitato tra le stazioni Eur Magliana e Laurentina. La linea C era chiusa per rendere possibile il collaudo del tratto di prossima apertura Lodi-San Giovanni, quindi l’utenza non ha subito danni da maltempo. Diverse linee di superficie hanno subito ritardi, deviazioni e limitazioni. Come sempre il servizio di infomobilità dell’Atac, l’azienda di trasporto pubblico capitolina (https://twitter.com/InfoAtac) si è distinto per la tempestività delle informazioni e la costante interazione con gli utenti.

    Non è una novità che la pioggia intensa a Roma mandi in tilt il traffico pubblico e privato: lo confermano gli eventi del 6 novembre 2016, del 31 gennaio 2014 e del 20 ottobre 2011 per citarne alcuni. Proprio perché non è una novità, stupisce che non sia stato approntato un piano, se non per l’adattamento del sistema ai cambiamenti climatici, almeno per la gestione degli eventi estremi. Eppure gli strumenti non mancano: una lettura delle notizie sui giornali e sui siti internet o dei tweet pubblicati durante le piogge intense fa capire che le aree allagate sono spesso le stesse.

    Non è un mistero il fatto che le aziende di trasporto pubblico, Atac in primis, raccolgono informazioni sul malfunzionamento della rete: a Roma per esempio è in uso il fonogramma, un documento di testo che segnala un evento di varia natura (istituzioni di nuove linee, deviazioni, limitazioni, incidenti, malori, etc.) riferito a una vettura e di conseguenza a una linea del trasporto pubblico di superficie, che in certi casi genera un disservizio. Queste informazioni, però, rimangono nei server o più poeticamente nei cassetti a prendere polvere.

    Conoscendo questi dati è possibile mappare gli allagamenti e gli altri effetti degli eventi meteorologici estremi sul trasporto pubblico e le conseguenze sulle linee colpite[2]. Sapendo quali aree sono interessate in modo più ricorrente è possibile da una parte agire sulla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’infrastruttura, dall’altra definire un piano per gestire nell’immediato gli spostamenti durante l’evento estremo.

    In quest’ultimo caso, per le linee di superficie si può immaginare quali strade chiudere, quali linee deviare e su quali percorsi non allagati. Per le metropolitane sarà invece necessario immaginare quante vetture distogliere dal servizio ordinario per attivare un servizio sostitutivo e quali fermate effettuare.

    In un’ottica di prevenzione, invece, per le metropolitane sono da immaginare ingressi rialzati, come fatto alla stazione Anagnina (fig. 1) e nuovi spazi verdi nei pressi delle stazioni. La manutenzione delle strade è invece fondamentale per le linee di superficie: più spazi permeabili, binari tranviari inerbiti, migliore drenaggio dell’acqua piovana. In ogni caso è necessaria una migliore comunicazione al viaggiatore: indicare come comportarsi durante gli eventi estremi, dove si trovano le linee sostitutive, quali percorsi alternativi ordinari esistono oltre alle navette sostitutive.

    anagnina

    È chiaro che c’è molto da fare e che la situazione dell’Atac in questo momento non è semplice, ma sarebbe veramente il caso di lavorare per una migliore gestione degli eventi estremi, prima, durante e dopo. Prima, attraverso la pulizia delle strade e delle caditoie e mediante interventi a protezione delle infrastrutture come la protezione degli ingressi e delle gallerie delle metropolitane. Durante, attraverso una migliore gestione delle deviazioni e dei servizi sostitutivi e con un tempestivo programma di comunicazione all’utenza. Dopo, rimettendo in funzione le infrastrutture danneggiate il prima possibile e tornando a intervenire sulle azioni di manutenzione indicate sopra. Si tratta di interventi graduali che possono rendere più vivibile la città nel suo complesso.

     

    Bibliografia

    Arsial (2017), Ultima Misura Rilevata, 10.09.2017. Consultato su: http://www.arsial.it/portalearsial/agrometeo/D1.asp [ultimo accesso 12.09.2017]

    Barbieri, L. (2016), “Prossima fermata: adattamento”, in Talia, M. (a cura di), Un nuovo ciclo della pianificazione urbanistica tra tattica e strategia / A new cycle of Urban Planning between Tactic and Strategy, Planum Publisher, Roma-Milano. Consultato su: http://media.planum.bedita.net/90/68/Sezione_2_Tra_Tattica_e_Strategia_Urbanpromo_2016_Planum_Publisher.pdf [ultimo accesso 10.09.2017]

     

    Note

    [1] Media aritmetica dei dati Arsial (2017) per le tre stazioni meteorologiche di Roma: Capocotta (105,4), Ponte di Nona (87,4) e Via Lanciani (98,8).

    [2] Per un lavoro simile si veda Barbieri (2016)

     

    Didascalie

    Immagine di copertina: Strada interrotta davanti alla metro San Paolo, settembre 2017. Foto di Tiziana Ficacci. Consultata su: http://roma.corriere.it/foto-gallery/cronaca/17_settembre_11/maltempo-roma-foto-lettori-001dc646-96f6-11e7-8f2d-841610cb6f6e.shtml [ultimo accesso 12.09.2017]

    Fig.1: Ingresso rialzato della stazione Anagnina, giugno 2015. Foto dell’autore

    #7781

    Seminario “Case study e ricerca comparativa” a Firenze

    Seminar on “Case study and comparative research” in Florence

    Lorenzo Barbieri

    La 1° Giornata nazionale sulla metodologia della ricerca per i corsi di dottorato di ricerca in urbanistica, pianificazione territoriale e politiche urbane ha avuto luogo a Firenze, presso il dipartimento di Architettura dell’ateneo cittadino il 19 marzo scorso. Il seminario è stato incentrato sui temi del case study e della ricerca comparativa. Hanno partecipato dottorandi, professori e ricercatori provenienti da vari atenei italiani. I diversi relatori hanno tenuto lezioni, partecipato a panel e presieduto sessioni parallele sui due temi centrali della giornata. In particolare sono state interessanti le discussioni che si sono aperte sull’opportunità e gli usi delle due metodologie e sulle questioni che i dottorandi hanno posto a riguardo del proprio percorso di ricerca. Al termine della giornata è stato fissato per il mese di settembre il successivo appuntamento di questa nuova serie di incontri interdottorali, che si terrà presso l’Università degli Studi Roma Tre.

    The 1st national meeting on research methodology for PhDs in town planning and urban policies took place in Florence last 19th March at the department of Architecture. The seminar was devoted to the discussion of the case study and comparative research methodologies. Several PhD candidates, professors and lecturers took part in the conference. The speakers gave lectures, took part in panels, and chaired parallel sessions on the two main themes of the meeting. Discussions on the opportunities and uses of the two methodologies, and on the issues that the PhD candidates raised regarding their own research path were particularly interesting. The next seminar in this new series of inter-doctoral conferences is going to take place next September at Roma Tre University, as announced at the end of the meeting.

     

    Lorenzo Barbieri: Nato a Roma nel 1985, Lorenzo Barbieri si è formato in pianificazione urbanistica e territoriale a Venezia, Milano e Newcastle-upon-Tyne. I suoi interessi di ricerca riguardano le politiche dei trasporti, le questioni legate al cambiamento climatico e la tutela del paesaggio. Attualmente è dottorando in politiche territoriali e progetto locale presso il dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre.

    #10050

    di Lorenzo Barbieri

    Dottorando, Dipartimento di Architettura, Roma Tre 

     

    Il 19 marzo scorso si è tenuta a Firenze, presso il dipartimento di Architettura dell’ateneo cittadino, la 1° Giornata nazionale sulla metodologia della ricerca per i corsi di dottorato di ricerca in urbanistica, pianificazione territoriale e politiche urbane, dedicata ai temi del case study e della ricerca comparativa. Hanno partecipato dottorandi, professori e ricercatori provenienti da vari atenei italiani, tra i quali un gruppo dell’Università degli Studi Roma Tre.

    Dopo i saluti istituzionali di Saverio Mecca, direttore del dipartimento di Architettura, e di Gabriele Corsani, coordinatore del dottorato fiorentino, Camilla Perrone ha introdotto i temi della giornata, improntata alla discussione, da parte di diversi relatori, delle due metodologie e delle questioni poste a riguardo dai dottorandi.

    Ad aprire gli interventi dei relatori è stato Gabriele Pasqui, che ha presentato una lezione introduttiva sul tema del case study, indicando problemi e cautele, quando fare uso di questa metodologia, come studiarla, quali sono i problemi pratici, e infine spiegando qual è la relazione tra studio di caso e percorso di ricerca. Ha inoltre presentato esempi pratici e riferimenti bibliografici.

    Il successivo intervento, sulla ricerca comparativa, è stato tenuto da Giuseppe Gangemi e Stefano Moroni. Il primo si è concentrato sul tema della comparazione, distinguendo tra tre livelli: confronto di proprietà, di variabili e di contesti. Moroni ha basato il suo intervento sulla distinzione in 5 livelli del discorso che ha operato in alcune lezioni sulla metodologia della ricerca: logico, epistemologico, euristico, metodologico e retorico.

    L’ultimo intervento della mattinata è stato un panel sui problemi e le opportunità dei due metodi di ricerca tenuto da Camilla Perrone, Paola Briata, Francesca Gelli, Barbara Pizzo e Carla Tedesco. Innanzitutto sono state affrontate alcune questioni aperte derivate dagli interventi precedenti, in particolare riguardo alla costruzione di uno studio di caso e alla formulazione della domanda di ricerca. Il tema successivo è stato l’importanza della lettura di testi per elaborare un buon lavoro di ricerca, costruire una solida base teorica e soprattutto per non perdersi all’interno del campo di studi.  Il successivo intervento ha riguardato lo studio di caso come metodologia che ha la funzione di approfondimento di una questione e che permette il confronto tra diverse forme di sapere. Un ulteriore spunto di discussione ha riguardato l’importanza di avere una buona pre-teoria, cioè una idea o intuizione iniziale, nel proprio percorso di dottorato.

    La sessione pomeridiana è cominciata con un forum sui metodi di ricerca, i cui relatori sono stati Marco Cremaschi, Giancarlo Paba, Massimo Bricocoli e Carlo Cellamare. Prima di tutto è stato posto l’accento sull’importanza di utilizzare e sovrapporre approcci di ricerca diversi e successivamente sulla caratteristica dell’urbanistica di essere una disciplina pratica, ma allo stesso tempo fuori squadra. È stato poi ricordato che il dottorato di ricerca deve essere un’esperienza fatta con piacere, quindi che è necessario abbandonare lo studio di un caso che si ritiene noioso. In seguito, da una parte è stato detto che sguardi molteplici producono ricerche e percezioni diverse di uno stesso caso, ma d’altra parte si è ricordato come la struttura dello studio di caso proposta nella letteratura dominante rischia di portare a ricerche omologhe. Infine il consiglio per i dottorandi è stato di avere pazienza con sé stessi, ricordando che è difficile trovare la metodologia giusta e che bisogna imparare dai propri errori.

    La successiva sessione sulla comparative suburbanization è stata tenuta da Ray Hutchison. Il fulcro di questo intervento è stato il confronto tra ciò che è urbano e ciò che è suburbano: da un lato uno spazio caratterizzato da edifici più grandi, più densi, più eterogenei, dall’altro uno spazio caratterizzato da edifici più piccoli, meno densi, omogenei.

    Nella sessione seguente i dottorandi si sono suddivisi fra tre sessioni parallele: quali percorsi formativi per un ciclo triennale di dottorato; come insegnare la metodologia della ricerca; cos’è una tesi di dottorato? Di fatto le prime due sono state unite in un’unica sessione a causa di una forte sproporzione nella distribuzione dei partecipanti verso l’ultima delle tre. I brevi incontri hanno ospitato le ulteriori questioni sui diversi temi poste dai dottorandi ai rispettivi moderatori. È stata comunicata, soprattutto nella terza sessione, una sorta di ansia da prestazione dovuta all’affollarsi di scadenze interne al dottorato e di seminari e conferenze.

    La giornata si è infine conclusa lanciando il prossimo appuntamento di questa nuova serie di incontri interdottorali nel mese di settembre 2013 presso il dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre.

    Nel complesso si è trattato di una giornata che ha affrontato temi interessanti e fondamentali per i dottorandi. La descrizione delle due metodologie è stata fatta in maniera esauriente ma, visti la grandezza delle questioni poste da un dottorato e il limite di una sola giornata di seminario, è importante che il ciclo di giornate prosegua nei prossimi mesi. Il confronto tra dottorandi e professori ha inoltre permesso che venissero a galla i dubbi dei primi rispetto al proprio lavoro di ricerca, soprattutto nell’ultima parte della giornata. Occasioni come questa inoltre permettono scambi tra i dottorandi dei diversi atenei, vitali per la trasmissione di conoscenze, per fare rete e per confrontare le proprie esperienze.

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